Le donne toscane sono più istruite e lavorano maggioramente, ma fanno meno figli che in passato: forse perché è sempre più difficile conciliare la maternità e il lavoro, mentre la cura della famiglia resta sulle loro spalle, tre volte di più rispetto agli uomini. È questa la fotografia scattata dall’Irpet nell'indagine sulla condizione socioeconomica delle donne in regione, realizzata dalla ricercatrice Natalia Faraoni e presentata oggi a Firenze.
Tra i lati positivi c’è l’istruzione: le donne si laureano più di prima - anche nelle discipline scientifiche e tecniche, in ingegneria e in matematica e con numeri più alti perfino di Germania e Francia – mentre il calo della fertilità è preoccupante e si è aggravato ulteriormente con la crisi economica, quando, tra il 2015 e il 2008, i nati in Toscana sono diminuiti del 18,2%: più che in Italia (-15,8%) o in Francia (-4,5%).
Conciliare maternità e lavoro appare difficile, spiega Natalia Faraoni: "La maternità rimane uno dei periodi cruciali, per cui la donna rischia di uscire definitivamente dal mercato del lavoro, o di starci dentro con contratti peggiori o salari più bassi di prima che avesse figli".
L'Italia (e anche la Toscana) non sembra ancora un paese per mamme: la nostra regione è tra i paesi europei con il più alto numero di donne tra i 40 e i 44 anni senza figli, più del 20%, nonostante non si distacchi particolarmente dalle altre nazioni per numero di figli desiderati. Il problema parrebbe dunque risiedere nelle opportunità e nei servizi.
"Passa il concetto che fare figli sia un ostacolo al lavoro delle donne e questo è preoccupante – commenta la vice presidente ed assessore alle pari opportunità della Toscana, Monica Barni - i numeri, che pure sottolineano un netto miglioramento della donna sul mercato del lavoro, ci dicono infatti che le donne che scelgono di fare figli hanno dopo un reddito più basso di prima e più basso anche delle donne che hanno scelto di non fare figli. E questo è un problema, che ha a che fare con tempi di conciliazione e l'organizzazione del welfare, forse anche con valori culturali, la cui soluzione non può essere solo regionale ma nazionale".
Le donne toscane sono dunque più istruite e lavorano di più, ma non cambia il carico di impegni nella cura della casa e della famiglia, maggiore che per gli uomini: per un’ora di tempo dedicato dai maschi, le donne ne dispensano tre. Assieme alla maternità è in crisi anche il passaggio da giovani ad adulti: non solo si fanno meno bambini ma ci sposa o si decide di convivere più di rado. La società appare sempre più formata da "individui soli”: tra ci ha meno di cinquanta anni i toscani che vivono soli sono oggi l'8,9% (erano il 4,2% trenta anni prima). Crescono gli uomini single, ma anche le donne: anzi, in percentuale la curva per loro si impenna leggermente di più.