Domina ancora la carta stampata, ma la talpa del cambiamento sta scavando. E i giornali come li conosciamo oggi forse andranno a sparire. Si fanno largo le nuove forme di giornalismo. Quelle che fanno capolino in rete. Il web dunque come luogo di informazione, ma anche di professionalità e diritti del giornalista sul lavoro.
In Italia è ancora presto per dire informazione digitale, siamo indietro rispetto a Stati Uniti e buona parte dell'Europa. Forse però, usando un po' di retorica, non si può pensare di imprigionare la sabbia nel pugno di una mano. Scapperà da tutte le parti. E il digitale – lo dicono i numeri – sta sempre più prendendo piede.
Questo l'instantanea scattata da Digit, l'appuntamento nazionale con il giornalismo digitale in programma alla Camera di Commercio di Prato fino a sabato 20 settembre. Promosso dall'Ordine dei Giornalisti della Toscana e da Lsdi, riunisce nella sua terza edizione i principali front-man dell'informazione on line.
Il programma offre una grande varietà di eventi formativi. Più di 40 i laboratori. Alto il livello tecnico dei panel. Quest’anno c'è anche un documento sullo stato dell’arte.
Ma a Digit si parla anche del flusso di lavoro nelle redazioni all digital, di competenze specifiche, di tricks per evitare querele e problemi legati alle contraddizioni di un paese in cui vige il regolamento Agcom.
Occhi puntati anche sulle nuove fonti di informazioni che un giornalista digitale deve saper utilizzare, dai Big Data al cosiddetto Deep Web. Insomma. Molti strumenti per il giornalista 2.0.
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