Cinque referendum consultivi per dieci comuni della Toscana che hanno scelto di fondersi, a due a due. Domenica 11 e lunedì 12 novembre andranno alle urne i cittadini di Asciano e Rapolano in provincia di Siena, Ortignano Raggiolo e Bibbiena nell'Aretino, Montepulciano e Torrita di Siena ancora nel Senese, Dicomano e San Godenzo in Mugello e infine, sempre nel Fiorentino, Barberino Valdelsa e Tavarnelle, che fino al 1893, per seicento anni, sono stati un comune unico.
Dal 2012 ci sono stati altri ventisei referendum consultivi per le fusioni, l'ultimo lo scorso maggio a Villa e Castiglione di Garfagnana, con un risultato divergente nei due territori. Sei anni fa la Toscana contava 287 Comuni, che già in proporzione erano assai di meno che in altre regioni, effetto anche delle riforme settecentesche del granduca Pietro Leopoldo. All'inizio di quest'anno se ne contavano 274, tredici in meno come i sì che fino al 2017 hanno prevalso in tredici referendum su venticinque.
Ci sono Comuni che sono passati da gestioni associate di servizi e unioni, altri si sono fusi senza tappe intermedie. La Regione ogni volta ha incentivato la scelta con 500 mila euro l'anno (per cinque anni) di contributi straordinari, 250 mila euro per ogni vecchio comune.