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Dibattito sulla Loggia di Isozaki, Eike Schmidt: "consultiamo i fiorentini"

Il Direttore degli Uffizi si è espresso in toni moderati sull'annosa polemica, pronta la risposta degli architetti fiorentini: "Va realizzata"

/ Redazione
Ven 19 Agosto, 2016
Loggia Isozaki

Era il lontano 1998 quando il progetto degli architetti Arata Isozaki e Andrea Maffei, vinse il concorso internazionale per la nuova uscita degli Uffizi in piazza del Grano. Il progetto, una grande loggia in acciaio e pietra, è stato concepito come eco alla Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria. Parte del più ampio programma dei Grandi Uffizi, un progetto di circa 60 milioni di euro destinato alla ristrutturazione e all'ampliamento dell'intero museo, la costruzione della loggia è diventata oggetto di controversie tanto che i lavori, il cui completamento era stato stimato per il 2003, non sono mai iniziati.

In una lunga intervista rilasciata all'ANSA qualche giorno fa il Direttore degli Uffizi Eike Schmidt si è espresso anche sull'annosa questione della Loggia di Isozaki: "I politici, intendo al livello più alto del governo, decidano se annullare o no la realizzazione della Loggia di Arata Isozaki agli Uffizi: noi stiamo andando avanti con i lavori di ampliamento della galleria, e presto arriverà un momento in cui, in assenza di risposte su questo tema, legalmente dovremo procedere alla sua realizzazione, considerato che Isozaki è il vincitore di un concorso regolarmente bandito". La questione della realizzazione della Loggia "è una situazione molto complessa e delicata: è uno dei pochissimi casi nella storia dell'arte contemporanea in cui si fa una gara, in questo caso internazionale e ormai risalente a 20 anni fa, e poi non si dà seguito al risultato". Schmidt, che definisce l'opera "ormai non più contemporanea, ma ovviamente nemmeno storicizzata", non vuole schierarsi sul tema del 'gradimento' verso la Loggia, argomento che negli anni ha anche aspramente diviso l'opinione pubblica: "La questione, dopo tutto questo tempo, non può più essere inquadrata sul piano estetico, ma è diventata puramente politica - dice - e per questo spetta ai politici di livello più alto decidere se annullare tutto, e, in caso affermativo, considerare anche che il risarcimento economico per lo stesso Isozaki potrebbe far lievitare i costi di alcune decine di milioni di euro. Secondo Schmidt, considerato "l'impatto che un inserto architettonico come la Loggia avrebbe in un punto così delicato del centro storico, è possibile ritenere utile al riguardo, anche una consultazione dei fiorentini".

Prontissima è arrivata la risposta dell'Ordine degli Architetti Fiorentini con una lettera del Presidente Roberto Masini: “Consultazioni di vario tipo sul progetto di Isozaki sono già state fatte in passato, per poi essere strumentalizzate. Adesso, a distanza di quasi vent'anni dal concorso di progettazione internazionale vinto dalla Loggia disegnata dall'architetto giapponese, sarebbe invece più opportuno che qualcuno si assumesse una volta per tutte la responsabilità di realizzarla o non realizzarla, senza nascondersi dietro strategie populiste. Se la Loggia non vedrà la luce, l'artefice di tale decisione dovrà spiegarne i motivi in maniera adeguata, pertinente e circostanziata, poiché significa contraddire la valutazione compiuta da una giuria di esperti riconosciuti in tutto il mondo. Siamo del parere che i concorsi sugli spazi pubblici debbano contemplare una percentuale di giuria popolare, ma nel caso della Loggia non può essere fatto a posteriori. Senza contare che una giuria esclusivamente popolare, non formata da professionisti del settore, non dovrebbe essere lasciata da sola. Quando Giovanni Michelazzi realizzò il Villino Liberty in via Scipione Ammirato, sui giornali dell'epoca, si parlò di 'architettura oscena'. Oggi quell'opera si studia sui libri di architettura. Lo stesso accadde per il complesso della Stazione del Michelucci, uno dei maggiori esempi di architettura moderna, ottant'anni fa fu accolta con attacchi anche peggiori e poi divenuta monumento nazionale. Come Ordine, siamo convinti che il progetto di Arata Isozaki dovrebbe essere realizzato senza se e senza ma. L'esito di un concorso, che come quello per l'uscita degli Uffizi è stato ritenuto valido, va sempre rispettato perché si presume che premi l'idea migliore per un determinato contesto. Se la Loggia invece non si farà, ci sembra doveroso che la città venga informata fin da adesso di quale sarà l'alternativa, delle modalità e delle procedure che si intendono adottare per realizzare la nuova uscita degli Uffizi, che non possono certo essere un decreto d'urgenza”.