Quando l'argomento di discussione è il turismo occorre prepararsi a parare i colpi di ripetuti luoghi comuni e di antiche retoriche. Ma la Toscana, si sa, è un luogo che riserva sorprese. E quindi capita che, quando si parla di promozione turistica e marketing territoriale, si aprano scenari inediti. A cominciare dai luoghi. Stavolta "Dire e Fare" ha segnato sulla sua agenda il nome di un paese: Sinalunga. Nell'ambito degli eventi sull'innovazione e le buone pratiche organizzati da Anci Toscana in collaborazione con Regione Toscana, ci siamo spinti fin qua, in questo paese della Valdichiana senese che conta poco meno di tredicimila abitanti.
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Dopo una manciata di chilometri, una volta abbandonata l'autostrada, mai ci saremmo immaginati di intravedere, in alto, la trecentesca torre campanaria di Palazzo Pretorio col paese che si sviluppa tutt'attorno. E mai, superata la salita con una pendenza del quindici percento - così dice il cartello stradale - ci saremmo immaginati di entrare in un piccolo ma bellissimo teatro di antiche origini (86 posti in platea, 64 nei tra galleria e loggione) la cui inaugurazione risale addirittura al 1807. Salendo le scale che portano ai palchetti del primo ordine ci sono due manifesti che testimoniano il Trovatore e il ballo in maschera andati in scena nell'ottobre 1879, ma anche il Faust del 1883. In entrambi i casi il direttore d'orchestra era il "compaesano" Ciro Pinsuti, cui è stato dedicato il teatro. Ed è proprio all'interno di questa corniche che ha trovato spazio l'appuntamento #DestinazioneTurismo, le officine di identità.
Ma le sorprese non sono finite. Perché stavolta, in platea, ci sono giovani e giovanissimi. Attenti, preparati, reattivi. La loro scuola non è intitolata a fisici, scienziati o narratori del Novecento. No, niente di tutto questo. L'istituto comprensivo di Sinalunga porta eccezionalmente il nome di John Lennon. Del resto la modernità toscana trova spazio anche nelle intitolazioni controcorrente di certe scuole. Quindi ben venga anche il ricordo dei Beatles.
«Cultura, storia, architettura. Una ricchezza che spesso diamo per scontata» dice Simone Gheri, direttore di Anci Toscana. «Eppure c’è chi decide di venire qua per respirare la nostra bellezza e per vivere questa straordinaria esperienza quotidiana». Quella che è stata restituita dal palco del Teatro Comunale Ciro Pinsuti è la fotografia di un turismo toscano in crescita, che si sviluppa grazie anche a una narrazione inedita dei territori e alla promozione di percorsi nuovi e sconosciuti ai grandi flussi di visitatori.
Un turismo che è prima di tutto esperienziale. Perché non c'è viaggio che non porti con sé bagli di emozioni e sensazioni. In uno dei libri di John Steinbeck, scrittore statunitense, si legge che «le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone». E così è anche qua, in Valdichiana. Qua dove oltre alla storia e alle bellezze artistiche e architettoniche si aggiungono ben altri richiami.
Stiamo parlando dell'enogastronomia, del benessere e di un turismo slow (e sostenibile) in espansione, sempre più ricercato. «Un percorso da fare insieme, con una promozione congiunta dei territori che possa portare benefici a tutti» spiega il sindaco di Sinalunga, Riccardo Agnoletti, che poi si dedica alla narrazione di una terra, la sua, che spazia dalle economie etrusche alla bonifica leopoldiana. «Il tutto scandito dai tempi della storia e delle stagioni», aggiunge.
«Siamo qua per raccontare un’idea nuova di Toscana» dichiara con orgoglio Francesca Basanieri, sindaco di Cortona e responsabile turismo e marketing territoriale per Anci. «Il brand della Toscana è il più forte di tutti». E i dati lo confermano. Se guardiamo la particolare classifica delle principali destinazioni turistiche, la Toscana occupa infatti l'undicesimo posto tra tutte le regioni europee. A confermarlo è Alessandro Tortelli, direttore del Centro studi turistici.
Il trend dei turisti? Positivo e in crescita. Le stime raccontano di un più quattro per cento nei prossimi tre anni. Stiamo parlando di 46 milioni di presenza l'anno (solo tenendo conto delle notti trascorse nelle strutture ricettive). Ma se prendiamo in considerazione anche le seconde case e il circuito Airbnb, i numeri quasi raddoppiano (90 milioni). Il 70 per cento è alla ricerca di viaggi "esperienziali". Quali sono i mercati di riferimento? Al primo posto ci sono i tedeschi, seguiti a ruota dagli americani (che tra l'altro sono protagonisti di un'ottima narrazione territoriale che, guarda caso, della Toscana premia soprattutto il buon cibo e il buon vino).
E se andassimo ad analizzare la Valdichiana? Anche qua il trend è in netta crescita. A spiegarlo è Alberto Peruzzini, direttore di Toscana promozione turistica, che sottolinea quell'abilità regionale nel «creare esperienze ed emozioni». Lo scorso anno, solo in questi territori, si sono registrati 510mila arrivi, 1,3 milioni di presenze, 809 imprese ricettive e una potenzialità di quasi 25mila posti letto.
L'innovazione, spiega Tortelli, sta tutta lì, nello «sforzo di raccontare un’idea di Toscana sempre diversa, proponendo un'offerta possibile per ogni motivazione di viaggio». E allora, ancora una volta, ecco che emergono questioni centrali come l'accessibilità, l'appetibilità di fiere ed eventi, le sinergie territoriali, le autentiche esperienze di vita e - non ultime - le nuove strategie digitali (Visittuscany.com, ben illustrato da Costanza Giovannini, ne è un ottimo esempio).