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Dagli araldi a ... Whatsapp in città? Nuova frontiera della comunicazione

Presentato "Whatsapp in città?", di Francesco Di Costanzo ed Andrea Marrucci, sulle best practices della comunicazione pubblica

/ Dario Cafiero
Mar 7 Luglio, 2015
Whatsapp Firenze

In principio, centinaia di anni fa, le autorità civili si servivano degli araldi per comunicare le loro decisioni. Fortunamente le autorità di allora - le pubbliche amministrazioni di oggi - si sono evolute, anche tecnologicamente, tanto da arrivare a domandarsi "Whatsapp in città?", titolo del volume curato da Francesco Di Costanzo ed Andrea Marrucci, presentato a Firenze, e che ripercorre lo stivale delle buone ed innovative pratiche che la comunicazione pubblica ha adottato con i social network ed in particolare attraverso Whatsapp.

L'applicazione di messaggistica - nata nel 2009 e che in Italia è installata su oltre il 56% dei dispositivi mobile - è divenuta sempre più strumento 'sfruttato' soprattutto dalle aziende di trasporto urbano, con Brescia mobilità che dal marzo 2014 risponde su orari, ritardi, variazioni ed informazioni varie direttamente sulla chat dell'applicazione con icona verde.

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Un'evoluzione che attraversa l'Italia e passa dalla romana Atac - che ha trasportato la sua esperienza dall'account Twitter, dove è stata nel 2014 response leader italiana di tutte le categorie - ed arriva fino alla Protezione Civile di Brindisi, che utilizza Whatsapp per allerta e notizie utili in caso d'emergenza: in questo caso, oltre all'invio della comunicazione, è anche richiesto un 'ok' al momento della ricezione. L'idea alla base di tutte le esperienze è quella di poter avere sempre le informazioni richieste sfruttando appieno tutte le potenzialità del mezzo, che permette una diffusione massima nel minor breve tempo possibile e - non ultima - la facilità di consultazione.

"L'Italia della nuova comunicazione - scrivono gli autori Di Costanzo e Marrucci nelle conclusioni del libro - è piena di belle storie, professionalità e best practices, che spesso non sanno neanche di esserlo, e che in parte abbiamo cercato di raccontare in riferimento alla nuova occasione di dialogo di Whatsapp. Siamo convinti che ce ne siano ancora molte a cui dare visibilità e soprattutto ne arriveranno sempre di più, perchè i frutti del lavoro sui social e sui nuovi sistemi di comunicazione sono ormai ben chiari a tutti".

 

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