Nel 2010 il complesso museale di Santa Maria della Scala a Siena ospiterà la mostra "Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento" (inizialmente "Il primo Rinascimento a Siena"), a cura di Max Seidel e dedicata all'arte senese del periodo 1400-1460: un progetto di grande rilevanza poiché, facendo seguito alle esposizioni dedicate a Beccafumi, Francesco di Giorgio e Duccio di Buoninsegna, la mostra andrà a chiudere il cerchio sull'arte senese dei secoli XIII-XVI. Al fine di offrire un panorama completo del primo Rinascimento senese, il percorso espositivo presenterà circa duecento opere tra dipinti, sculture, miniature, tessuti e oreficerie, suddivise in otto sezioni.
La prima sezione introdurrà proprio il tema della continuità di certi fatti artistici della Siena del Quattrocento con la grande pittura del Trecento di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti, mostrando quanto alcuni dipinti di questi maestri abbiano rappresentato imprescindibili fonti di ispirazione per le differenti generazioni di pittori senesi del secolo XV. La mostra proseguirà con un percorso cronologico che si aprirà con una sezione dedicata a Jacopo della Quercia, del quale sarà ripercorsa l'intera carriera. Accanto alle prove quercesche troveranno spazio testimonianze dei più importanti pittori e scultori senesi di quel tempo (Taddeo di Bartolo, Gregorio di Cecco, Francesco di Valdambrino, Domenico di Niccolò) e a chiusura della sezione saranno trattati i temi del passaggio senese di Gentile da Fabriano (e della conseguenze sulla pittura del giovane Giovanni di Paolo) e del cantiere del fonte battesimale (che vide Jacopo misurarsi con i fiorentini Donatello e Ghiberti).
La terza sezione avrà quindi come primo attore Stefano di Giovanni detto il Sassetta, il raffinato maestro che seppe dare vita a un nuovo capitolo della pittura senese, nel corso del secondo quarto del Quattrocento. La rassegna presenterà alcuni dei suoi capolavori insieme con significativi saggi dei suoi migliori seguaci, come Pietro di Giovanni d'Ambrogio, il Maestro dell'Osservanza e Sano di Pietro. In questo segmento della mostra saranno pure messi in luce i modernissimi esiti dell'attività di Domenico di Bartolo negli anni trenta del Quattrocento, evidenziandone i nessi con la Firenze di Filippo Lippi e Luca della Robbia.
La quarta sezione chiuderà il percorso cronologico, giungendo fino agli anni dell’ultimo soggiorno senese di Donatello (1457-1461) e mostrando il peso avuto dal maestro fiorentino su nuovi protagonisti dell'arte senese come Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Matteo di Giovanni e Antonio Federighi. In una quinta sezione si potranno trovare rari esempi di forme della devozione, arte secolare e pubblica (trittichini, dipinti per devozione privata, figure lignee del Bambin Gesù, busti reliquiario e cassoni).
A chiusura del percorso si troveranno infine tre sezioni dedicate rispettivamente ai codici miniati, all’oreficeria e ai tessuti. Il progetto, oltre a Max Seidel, vede impegnati alcuni dei maggiori studiosi dell’arte senese del Quattrocento, tra i quali si possono qui ricordare: Francesco Caglioti (Università di Napoli), Laura Cavazzini (Università di Messina), Marco Ciatti (Opificio delle Pietre Dure, Firenze), Elisabetta Cioni (Università di Siena), Andrea De Marchi, (Università di Firenze), Maria Monica Donato (Scuola Normale Superiore di Pisa), Gabriele Fattorini (Università di Siena), Aldo Galli (Università di Siena).
L'esposizione è organizzata dal Comune di Siena ed ha tra gli enti promotori, lo stesso Comune, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, il Complesso Museale Santa Maria della Scala, la Fondazione Musei Senesi, il Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut, l'Opera della Metropolitana di Siena, la Scuola Normale Superiore di Pisa, la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto e l’Università degli Studi di Siena.
Per informazioni:
www.santamariadellascala.com