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E' stato inaugurato oggi, a Pisa, nei giorni dell'Internet Festival, il primo centro regionale sulla cybersecurity: una sorta di ‘think tank' dove le università toscane e il Cnr, sotto l'ombrello della Regione, metteranno in comune le loro esperienze scientifiche e capacità tecnologiche, i loro laboratori, metodi, strumenti e capitale umano a vantaggio dell'intero sistema toscano, pubblico e privato. Un luogo di studio ma anche di elaborazione di strategie.
Il centro, primo esempio del genere in Italia, ha trovato casa nei Vecchi Macelli, l'edificio che a Pisa ospita il ‘Museo del calcolo' e il primo calcolatore italiano, la Cep, nato con il contributo del pubblico: un computer che allora occupava un'intera stanza. Ma nei Vecchi Macelli c'è anche un incubatore di spin-off e startup. Passato e futuro si sono così incontrati a Pisa, città da sempre all'avanguardia nel settore informatico.
"L'uso della tecnologia ha trasformato la vita di tutti creando un mondo nuovo, totalmente interconnesso, dove i confini tra spazio fisico e digitale sono di fatto inesistenti - spiega l'assessore all'innovazione della Toscana, Vittorio Bugli - lo scambio, spesso inconsapevole, di quantità enormi di informazioni avviene costantemente attraverso oggetti di uso quotidiano".
Con gli smartphone che dialogano con la domotica di casa, in fabbrica con l'industria 4.0, attraverso i servizi on line e gli applicativi che girano sul cloud. "Gli attacchi informatici – prosegue l'assessore - riguardano tutti oramai. Colpiscono la Pa e le imprese. Le contromisure per tutelare la sicurezza personale nello spazio fisico sono note ed usate, assai più lieve è invece la percezione dei rischi e della vulnerabilità digitale. Il centro nasce per colmare questo gap".
Il centro toscano, che dovrà difendere pubblica amministrazione e pmi scandagliando la rete e sensibilizzandone i fruitori, è il frutto di un lavoro di squadra dove i singoli gruppi di ricerca non perdono la loro individualità ma mettono in comune le loro competenze creando un valore aggiunto. L'idea ha trovato le prime gambe in un protocollo firmato a febbraio 2018, siglato da Regione, che ne è stata la promotrice, Università di Firenze, Pisa e Siena, Cnr e Imt di Lucca. Dopo otto mesi è realtà, con la Regione pronta a garantire 500 mila euro l'anno per la fase di avvio.