Tra le nuove frontiere per la cura dei tumori si sta facendo strada la chemioterapia metronomica, basata sulla frequente, talvolta quotidiana, somministrazione di farmaci antineoplastici a basse dosi. Una cura analizzata anche dalle università di Pisa e di Toronto in uno studio congiunto, pubblicato sulla rivista “Nature Reviews Clinical Oncology” e definita dal professor Guido Bocci dell'ateneo pisano come "una promettente terapia oncologica palliativa e di mantenimento per varie neoplasie”.
La ricerca - finanziata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e dall’Istituto Toscano Tumori - riconsidera l’esperienza di 10 anni di chemioterapia metronomica e ne focalizza il complesso meccanismo terapeutico che si realizza impedendo ai vasi sanguigni di “nutrire” le cellule tumorali (effetto antiangiogenico), sollecitando una risposta favorevole del sistema immunitario e agendo direttamente sulle cellule neoplastiche.
“Il basso costo, la bassa tossicità e la facilità di somministrazione, solitamente orale – ha spiegato Bocci - ne fanno una terapia interessante non solo per i paesi europei con un Servizio Sanitario Nazionale pubblico come quello italiano, ma anche una valida alternativa per tutti quei paesi in via di sviluppo dove è praticamente impossibile l’acquisto di nuovi, ma molto costosi, farmaci a bersaglio molecolare”.