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Crisi: segnali di ripresa in ToscanaUnioncamere: imprese dei servizi in crescita

E' l'instantanea scattata sull'andamento del'economia toscana per l'anno in corso. I segnali continuano a essere negativi, meno bassi però rispetto all'anno 2013

/ Redazione
Mar 2 Settembre, 2014
pmi

La crisi continua a mordere anche se pare allentare la presa sulla Toscana. Il numero delle imprese è tornato a crescere, ma solo perché ne muoiono di meno. Continua l'emorragia di persone che perdono il lavoro. I commercianti vedono nero per il futuro. Imprese e famiglie vanno di meno in banca per chiedere un prestito. Segni particolarmente negativi per agricoltura, edilizia e manufatturiero. Questa la fotografia scattata dall'ultimo report di Unioncamere sullo stato di salute dell'economia regionale.

LA DEMOGRAFIA IMPRENDITORIALE - Gli archivi delle Camere di Commercio registrano un aumento delle imprese registrate: +0,4% il dato annualizzato a giugno 2014, dopo la “crescita zero” registrata nella seconda parte del 2013. Ciò è dovuto alla riduzione delle cessazioni, delle imprese in scioglimento o liquidazione, di quelle fallite.

Sembra dunque che la morsa della recessione si stia allentando. Entrando nel particolare, crescono le imprese dei servizi: oltre 3mila e 500 in più nell’ultimo anno, per una crescita dell’1,5%. L'aumento è dovuto al commercio, turismo e servizi di supporto alle imprese. Diminuiscono invece le imprese del settore agricolo, dell’edilizia e del manifatturiero.

IL MERCATO DEL LAVORO - Non c'è nessun recupero dei livelli occupazionali. Anzi. Il saldo fra ingressi e uscite è di segno negativo anche per l’anno in corso: -11.520 unità la previsione delle imprese toscane per l’intero 2014, sebbene il calo si prospetti minore rispetto a quanto registrato nel 2013 con -17.300. Il saldo registrato è il risultato della differenza tra le quasi 50.100 "entrate" e le 61.600 "uscite" di lavoratori previste dalle imprese.

Si riducono i contratti di lavoro dipendente, sia “stabili” che a termine: viceversa, aumentano di 950 unità i contratti atipici attivati rispetto a quelli in scadenza. La perdita di "posti di lavoro" alle dipendenze è più sensibile nelle costruzioni (-5,1% per un saldo negativo di 2.710 unità), ma interessa pure l’industria in senso stretto (-1,3% per -3.210 unità) ed i servizi (-1,5% e 6.450 unità lavorative in meno).

IL COMMERCIO AL DETTAGLIO - Rimane a tinte fosche il clima di fiducia degli imprenditori. Le imprese del commercio al dettaglio fanno previsioni di vendita negative anche se l'ultimo anno ha visto un progressivo miglioramento dell’indicatore. D'altra parte il mercato interno continua ad andare male su tutti i fronti.

Il consuntivo dei primi mesi dell’anno fa registrare una riduzione delle vendite al dettaglio ancora sensibile (-2,9%). Crollano gli esercizi commerciali specializzati: -4,2% per i non alimentari, -3,4% per gli alimentari, rispetto ai de-specializzati: -1,6% per ipermercati, supermercati e grandi magazzini.

IL CREDITO - La crisi economica influisce negativamente su imprese e famiglie che si rivolgono sempre meno alle banche per un prestito. Il calo in Toscana, come nel resto del Paese, segna -1,9% nel secondo e -0,5% nel primo trimestre dell'anno. La contrazione dei flussi di credito prosegue da due anni per le imprese, soprattutto quelle piccole e le artigiane. Gli imprenditori più colpiti sono: l’edilizia (-2,7%), i servizi (-2,2%); più contenuto il calo per il comparto manifatturiero (-0,9%).

IL COMMENTO - “Per ridare competitività al sistema e prospettive all’occupazione – commenta Stefano Morandi, vicepresidente di Unioncamere Toscana -, le imprese hanno anche bisogno che vengano messe a punto strategie individuate da istituzioni dedicate e vicine ai territori: le Camere di Commercio. Ci auguriamo pertanto che il nostro Sistema sia messo in grado di operare efficacemente anche nel futuro, al fine sostenere le imprese in questa lunga e difficile traversata dentro la crisi.”