Il credito in Toscana conferma i segnali di recupero: nel primo trimestre 2016, secondo un report di Unioncamere Toscana su dati della Banca d'Italia, i prestiti alla clientela residente sono aumentati dello 0,7%. Stesso tasso positivo per il credito alle imprese, mentre accelerano i prestiti alle famiglie, dal +1,1% del quarto trimestre 2015 al +1,5% di gennaio-marzo 2016. Fra le imprese, si registra una crescita delle erogazioni nei servizi (+0,5%) e nell'aggregato degli "altri" (+1,1%) con agricoltura ed estrattivo, mentre prosegue la flessione degli impieghi nelle costruzioni (-2,3%). I prestiti crescono (+1,5%) per le aziende medio-grandi, ma non per le piccole (-2,4%). Il tasso di interesse sui prestiti a breve termine è sceso al 5,2%. Rimangono stabili sui valori di fine 2015 gli indicatori relativi alla qualità del credito erogato, con un tasso di decadimento all'1,4% per le famiglie e al 4,8% per le imprese. Stabile anche il livello dei crediti deteriorati (10,1%): a livello settoriale si conferma la crisi delle costruzioni (24,8%), mentre nel manifatturiero (6,6%) prosegue la tendenza al ribasso.
Secondo Andrea Sereni, presidente di Unioncamere Toscana, esaminando questi dati è necessario "andare oltre la superficie per capire come tale miglioramento sia tutt'altro che generalizzato, con le piccole imprese che vedono una diminuzione degli affidamenti ricevuti, ed il settore delle costruzioni che appare ancora in forte sofferenza nonostante gli stimoli introdotti con l'ultima Legge di Stabilità". Sereni quindi sostiene che "se da un lato anche i dati del credito confermano come la ripresa sia in corso, dall'altro ne evidenziano parimenti la debolezza ed i rischi di ricaduta, sottolineandone soprattutto una diffusione ancora relativamente limitata all'interno del sistema economico-produttivo. Per consolidarla occorre rilanciare gli investimenti e, in senso più ampio, sostenere la domanda aggregata, agevolando al contempo la crescita delle imprese 'virtuose', quelle cioè in grado di rafforzare la propria posizione competitiva e delle quali il Sistema camerale è l'espressione sui territori, come espressione dell'economia reale, non dell'economia della finanza".