E’iniziato con un minuto di silenzio, in onore dei morti della Shoah, il Consiglio regionale solenne dedicato al “Giorno della memoria”, che oggi si è tenuto nella Sala maggiore del Palazzo Comunale di Pistoia. Prima della seduta solenne il presidente dell’assemblea toscana, Riccardo Nencini, ha inaugurato nelle sale affrescate del Comune la mostra “Grafici per la democrazia”, nove racconti di vita di grafici che aderirono alla Resistenza.
“La libertà –ha detto Nencini- è una palestra dove andare ogni giorno per non dimenticarne il significato. Non si possono perdere le testimonianze di coloro che hanno vissuto le persecuzioni”. In apertura della seduta solenne il presidente Nencini ha ricordato l’atipicità decisa dieci anni fa dal Consiglio regionale per la celebrazione del “Giorno della memoria”, per ricordare i fatti drammatici che avvennero in Toscana, dalle leggi razziali fino alla fine della seconda guerra mondiale.
“Decidemmo di ricordare la ‘damnatio memoriae’ che vi fu in Toscana. Poi – ha continuato Nencini- si aggiunsero le riscoperte di tantissime storie individuali e collettive, piccole e grandi, di ciò che significò anche da noi la Shoa. Così, siamo andati ogni anno in una luogo diverso della regione, legato alla memoria, alla nostra storia”. L’aver trovato tantissimi esempi, pezzi di storia, importanti testimonianze di quegli anni, così come è avvenuto in tante altre regioni nei decenni successivi la guerra, ha portato il presidente del Consiglio regionale toscano ad appellarsi al Parlamento: “serve una decisione, una legge, che dia la possibilità di costruire la ‘mappatura’ di tutte queste storie che rappresentano la memoria del nostro passato, di ciò che dobbiamo consegnare alle giovani generazioni affinché queste tragedie non si ripetano”.
Il presidente Nencini ha ricordato alcune celebrazioni solenni del “Giorno della memoria” avvenute in diverse località, da Pitigliano, la cosiddetta ‘Piccola Gerusalemme’ per la comunità ebrea che nel Rinascimento aveva lì messo radici, a Castelnuovo Garfagnana, dove venne ritrovata la foto di Giorgio Nissim, che sul retro riportava la frase ‘salvatore di ebrei’. Un “indizio” seguito dal Consiglio regionale della Toscana, che – ha ricordato Nencini - portò prima a far riemergere dall’anonimato i figli di Nissim e poi tutta la grande attività che lo portò a creare una rete clandestina di aiuto verso gli ebrei, per nasconderli e permettergli di lasciare l’Italia con falsi documenti. Così è stata resa pubblica la storia di questo ‘eroe’ nascosto, che salvò tanti ebrei dai campi di sterminio.
“Ma oltre a queste belle e grandi azioni di solidarietà abbiamo anche scoperto storie poco raccomandabili. Infatti – ha detto il presidente del Consiglio regionale-, abbiamo appreso che i fiorentini furono i peggiori nell’applicare le leggi razziali, i primi a perseguire gli ebrei e gli ultimi a lasciare le persecuzioni”.
Una critica è andata alla decisione della prematura amnistia, avvenuta nel 1947, di chi avere compiuto reati enormi contro l’umanità. Quella decisione –secondo Nencini- creò il clima per arrivare, da parte di settori dello Stato, al cosiddetto “Armadio della vergogna”, in cui vennero nascoste le tracce e le prove delle stragi nazi-fasciste avvenute in Italia. Dal momento in cui questo armadio è stato ritrovato – ha ricordato Nencini - la Toscana si è impegnata a fondo per l’affermazione della verità e per dare giustizia, anche nei processi, alle famiglie delle vittime ed alle comunità in cui avvennero gli eccidi. “Da tutto questo lavoro ed impegno, adesso, serve creare una memoria collettiva organizzata. Conservare questa conoscenza è un problema che dobbiamo porci seriamente – ha detto il presidente del Consiglio regionale-, perché il tempo passa per tutti. Perdere quello che nei fatti, in cinquanta anni, giorno dopo giorno, è divenuto patrimonio di tutti, è un grandissimo errore. Mi appello al Parlamento, perché dia la possibilità di costruire una ‘mappatura’ della memoria della Shoah”.