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Compagnia della Fortezza "Mercuzio non vuole morire"

Alla carcere di Volterra la prova generale del nuovo spettacolo di Armando Punzo è aperta il 27 luglio, le repliche 28, 29 e 30 luglio 2011

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
foto_fortezza
« Romeo
Basta, basta, Mercuzio! Tu parli di niente!
Mercuzio
Giusto, giusto io parlo dei sogni
che sono figli di una mente vagabonda
pieni soltanto di vana fantasia,
che ha meno sostanza dell’aria
ed è più incostante del vento
che ora corteggia le gelide gole del nord
e poi furibondo fugge lontano
tornando al sud in cerca di calore»

(tratto da Romeo e Giulietta, W.Shakespeare)


È in questo preciso istante che muore Mercuzio. Tebaldo in seguito affonderà la spada nel corpo di un uomo, ormai svuotato del suo valore più grande: la capacità di sognare. Mentre i Montecchi e i Capuleti si disputano, i loro migliori figli muoiono.
Sono le parole di Romeo che uccidono il disilluso, lo “spirito libero” della storia di William Shakespeare. Perché il poeta si è arreso alla realtà? Perché ha smesso di sognare? Perché non è riuscito a staccarsi dalla tragedia della quotidianità? Forse è a causa della morte di Mercuzio, che ora diventa simbolo della fantasia, dell’immaginazione, della voglia di volare, della leggerezza, che si consuma il dramma di Romeo e Giulietta?
È la pesantezza di Romeo che tarpa le ali alla mente vagabonda di chi, a tutti i costi, vuole parlare dei sogni. Ma cosa resta a un uomo se gli si toglie la speranza?

E se Mercuzio, oggi, potesse prendere parola e andare contro le intenzioni del suo stesso padre-autore, cosa direbbe? Forse vorrebbe lanciare una sfida al suo creatore, forse vorrebbe pronunciare le parole di Romeo: Ma è con le ali dell’amore che ho volato fino a raggiungerti/ le mura di pietra non possono fermare gli amanti/ e ciò che Amore vuole Amore lo tenta sempre!
Forse dedicate alla poesia, anziché a Giulietta, fatti dire al poeta, all’attore, all’artista, questi versi avrebbero assunto un significato immortale.

Da qui la Compagnia della Fortezza comincia il suo percorso per il nuovo lavoro. È da questa forte esigenza, dalla voglia di continuare a sognare, dal non volersi arrendere alla realtà, che prende avvio il progetto “Mercuzio non vuole morire”.
Non si vuole criticare, né tanto meno giudicare, il Bardo, ma soltanto rileggerlo. Cercare di trovare analogie e differenze con altri eroi della letteratura che invece non si sono arresi all’evidenza. Ulisse, ad esempio, che nonostante tutto, raggiunge la sua Itaca. Shakespeare ha messo Mercuzio (e forse ha messo anche se stesso) di fronte alla scelta crudele di scegliere tra Amore e Morte, ancora una volta tra Essere o Non Essere, tra Eros e Thanatos, e da sempre, da quando è stato immortalato nei versi, in ogni replica a teatro, ogni volta che viene letto, Mercuzio è costretto a morire.
Oggi la Compagnia della Fortezza vuole forzare gli argini di questo personaggio, fargli prendere posizione e fargli riscattare la sua stessa natura di poeta e di artista: scegliere la strada dell’amore, della vita, anche quando questo volesse dire intraprendere un cammino più lungo, più difficile e in salita.
Ma il destino di Mercuzio paradossalmente è comunque segnato: come un Icaro che per raggiungere il sole vede le sue ali sciogliersi, o di un Faust che stringe un patto con il demonio in cambio di vita eterna, anche Mercuzio alla fine inseguendo la vita e i suoi sogni deve morire.
Shakespeare fa morire Mercuzio perché non riesce nemmeno a immaginare come potrebbe essere un mondo diverso. La visione di Shakespeare è inevitabilmente appiattita su quella dell’umanità.
La Compagnia della Fortezza vuole provare a immaginare un mondo diverso.

Per informazioni:
http://www.volterrateatro.it/scheda_fortezza.htm

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