Cultura/ARTICOLO

Cinema: "Cesare deve morire" torna in carcere

Il film girato con attori detenuti sarà proiettato in tre istituti toscani

/ Elisabetta Vagaggini
Mar 10 Dicembre, 2013
068_a dx Salvatore Striano_foto di Umberto Montiroli
Il cinema è entrato nelle carceri italiane, è rimbalzato alla ribalta dei festival internazionali, e ora torna in carcere con tre serate rivolte ai detenuti.

E' dai tempi del neorealismo che il cinema italiano si è avvalso di attori presi dalla strada, in quanto portatori di un'autenticità unica, che difficilmente gli attori professionisti potevano imitare. Basti pensare alla carica espressiva di film come “Ladri di biciclette” di De Sica o “Paisà” di Rossellini. Espressività ancora più forte e prepotente nel bucare lo schermo se ad essere ripresi erano i ragazzi di strada di “Accattone” di Pasolini, con storie di povertà e delinquenza, ai margini della società. Un percorso che dalle fasce di emarginazione è arrivato oggi all'utilizzo, in pellicole di successo, di attori-detenuti.

Quest'anno sono stati due i film che si sono avvalsi di interpreti detenuti: “Cesare deve morire”, dei fratelli Taviani - opera che ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino, nel quale ha recitato un gruppo di carcerati del carcere di Rebibbia, tra i quali spiccava Bruto, interpretato da Salvatore Striano - e “Reality”, di Matteo Garrone, che ha vinto il Gran Prix della giuria al Festival di Cannes, interpretato da Aniello Arena, anche lui ergastolano.

A luglio “Cesare deve morire” verrà proiettato in alcune carceri toscane: il 3, ci saranno due proiezioni alla Casa Circondariale Sollicciano; il 5 una proiezione alla Casa Circondariale Pistoia; il 9 un'ultima proiezione alla Casa Circondariale Gozzini. Il film è stato concesso in esclusiva in dvd dalla Sacher Distribuzione di Nanni Moretti. Le proiezioni rientrano nel più ampio “progetto cinema” che Mediateca di Fondazione Sistema Toscana attua da oltre quindici anni negli istituti di Prato, Empoli, e Firenze.

“Poter trasmettere cultura nelle strutture chiuse, per contribuire al miglioramento della vita di detenzione sostenendo così momenti di positiva socializzazione dei reclusi, soprattutto nel periodo estivo, è particolarmente significativo” - commenta Sveva Fedeli, curatrice per Fondazione Sistema Toscana delle proiezioni.

Una regione, la nostra, particolarmente attenta ai percorsi formativi rivolti ai detenuti, svolti con il mezzo audiovisivo, laboratori su varie discipline, ma anche con un'intensa attività teatrale, come dimostra l'esperienza pilota di Armando Punzo al carcere di Volterra, e la prima rassegna nazionale di Teatro in Carcere, che si è svolta in alcuni istituti di detenzione toscani, dal 20 al 23 giugno.

Topics: