Cultura/ARTICOLO

Certosa di Calci: arriva l'acquario d’acqua dolce più grande d'Italia

Sarà inaugurato sabato 14 maggio lo spazio che conterrà specie tropicali da ogni angolo del pianeta

/ Federico di Vita
Mar 15 Marzo, 2016

Dal 14 maggio il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa – nato sul finire del ‘500 per volontà di Ferdinando I de’ Medici e ospitato dal 1986 nei locali della Certosa di Calci – inaugurerà le nuove sale dell’acquario di acqua dolce, che grazie alle nuove vasche sarà - nel suo genere - il più grande in Italia. Lo spazio aperto al pubblico sarà articolato in tre locali, posizionati su due livelli: in quello inferiore saranno visibili le sette grandi vasche dedicate alle acque interne di Asia e America, mentre nel locale di fianco alla galleria si potranno ammirare quelle dedicate alle acque dolci di Europa e Africa. Ne abbiamo parlato con Roberto Barbuti, direttore di un Museo che anche grazie a questa iniziativa diventa sempre più una delle principali realtà naturalistiche nel panorama nazionale.

“In realtà avevamo già una galleria di acquari con 24 vasche dai 700 ai 1500 litri. Ma certo in questo modo, anche grazie al contributo della fondazione Pisa, abbiamo potuto ampliare in maniera davvero importante la nostra galleria di acquari, che andranno così ad occupare un totale di 250 metri quadrati, e che vedranno aggiungersi alle vecchie le dodici grandi vasche che stiamo installando in questo periodo: vanno dai 3.000 ai 10.000 litri. Tutte le vasche saranno d’acqua dolce e conterranno pesci tropicali”.

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Ho avuto la fortuna di vedere le vasche d’acqua dolce della California Academy of Sciences, sono sorprendenti, soprattutto perché spesso non ci si aspetta tanta varietà...

“Molti pensano che la biodiversità dei pesci abbia luogo solo in mare, ma naturalmente non è così. Le nostre vasche sapranno stupire tante persone per varietà di forme e colori, per fare qualche esempio dei pesci più sorprendenti che si potranno ammirare avremo i pesci alligatore, il pesce coltello, i gourami giganti – che vivono nelle risaie cinesi –, i pesci palla d’acqua dolce - che invece vengono dall’Africa -, le razze d’acqua dolce, sudamericane, i piranha – che naturalmente terremo da soli –, il pesce gatto con la coda rossa, anche questo sudamericano, e i cui esemplari oggi pesano 5 kg ma che presto arriveranno a pesarne più di 20… insomma, ci sarà una biodiversità incredibile”.

A che punto è l'allestimento dell’acquario?

“Le vasche ci sono e stanno funzionando, ma dobbiamo completare tutto l’ambiente, l’inaugurazione è fissata per il 14 maggio. Per essere un acquario di sola acqua dolce, con più di 60.000 litri d’acqua (che invece sarebbero pochi per un acquario marino), avrà delle dimensioni notevoli”.

Come sarà articolata l'esposizione, l'accento verrà posto più sulla ricerca o sulla didattica?

“La proposta sarà turistica ed educativa, la parte della ricerca non sarà preponderante, anche se avremo degli esemplari quasi unici, come i Phreatichthys andruzzii, dei piccoli pesci che abbiamo preso dall’Università di Firenze. Sono molto particolari perché sono ciechi, non hanno occhi, squame, né pigmento e in natura vivono (o vivevano?) in delle grotte in Somalia. Sono qui in Italia da trent’anni e oggi gli unici esemplari di questi pesci ce l’hanno le università di Pisa e Ferrara, ormai non si sa più niente di questa specie allo stato selvatico, potrebbe anche essersi estinta”.