Un percorso formativo per scardinare il tradizionale modo di percepire la poesia. A Castelnuovo Val di Cecina e Sasso Pisano la musica e la recitazione dei versi tornano ad essere le protagoniste dell'estate. Un progetto che spazia delle origini della poesia italiana attraverso Dante, Petrarca, classici e contemporanei, e in cui trova uno spazio specifico la terza rima dantesca. C'è un modo del tutto nuovo di recitare la poesia, strettamente connesso all’analisi stilistico linguistica del testo e legato alla musica del verso.
È questo l'obiettivo del progetto "Castelnuovo Estate 2018", che nei mesi di agosto e settembre organizza laboratori di lettura e recitazione della poesia con, tra gli altri, Gregorio Bottonelli (esperto di poesia italiana e musicista e curatore del progetto) insieme a Letizia Colonnacchi, Niki Mazziotta, Silvia Rosellini e Maria Torrigiani, che si esibiranno alle 21 di domani, sabato 18 agosto, a Castelnuovo Val di Cecina, nella Piazzetta del Borgo medievale, in "Così di ponte in ponte, altro parlando". Si tratta di una lettura pollifonica a quattro voci dai canti V, XXI, XXII, XXXIV dell'Inferno di Dante Alighieri. Sabato 25 agosto, alle 21.30 a Sasso Pisano (Sagrato della Chiesa di San Bartolomeo), andrà invece in scena "In terza e in ottava: la Pia nelle rime dell'Alighieri e del Niccheri".
Il progetto è nato tre anni fa. Un percorso formativo con l’obiettivo di scardinare un modo di affrontare la poesia - tanto la recita quanto la lettura dei versi - che, aderendo troppo rigidamente a tecniche strettamente attoriali, spesso finisce per negarne la musica e il metro stesso. «Non è casuale che la musica, penso in particolare al madrigale, fiorisca prepotente proprio nell’incontro con la poesia. E perché dunque negare al verso, letto o recitato, la musicalità che è uno dei suoi aspetti più salienti?», dice Gregorio Bottonelli. «Il verso risponde a regole e tecniche espressive non difformi da quelle che caratterizzano la musica e la cantabilità del verso sempre si lega alle scelte di lessico e di costrutto sintattico a costruire una formidabile densità di senso e una forza espressiva cui non è lecito sottrarsi e che neppure può essere banalizzata». È per questo motivo che il laboratorio affianca al naturale corso di metrica e ritmica un corso di vocalità.