Nuovi sviluppi sul caso di Gabriele Del Grande, il giornalista e documentarista lucchiese fermato in Turchia mentre stava facendo ricerche, al confine con la Siria, per il suo nuovo libro, Un partigiano mi disse.
Dopo aver ricontattato la famiglia ieri, martedì 18 aprile, nel primo pomeriggio, ha annunciato di voler cominicare da oggi lo sciopero della fame. "I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta", ha affermato. E ancora: ""Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio cellulare e le mie cose sebbene non mi venga contestato nessun reato. Da stasera inizio lo sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti".
E il suo appello è stato accolto da molti, dalle autorità italiane, Farnesina in primis, che ha chiesto ufficialmente che Gabriele Del Grande possa fare al più presto rientro a casa, dall'opinione pubblica, sui social e non solo, e dallo stesso presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che ha scritto in un post: "siamo preoccupati per Gabriele Del Grande, giovane giornalista toscano trattenuto in Turchia dalla polizia. Del Grande stava svolgendo il suo importante lavoro di reporter e oggi dichiara di aver cominciato uno sciopero della fame per ottenere il rispetto dei suoi diritti. Ci mobiliteremo per aiutare Gabriele" Il presidente ha annunciato inoltre di voler contattare quanto prima la famiglia di Del Grande.
Oggi, mercoledì 19 aprile l'annuncio che Enrico Rossi sarà nel pomeriggio a Lucca, alla manifestazione indetta dal sindaco Tambellini per le 18.15 per esprimere la solidarietà al suo concittadino e chiederne la liberazione.