Da domenica (1 luglio) entra in vigore la comunità tariffaria regionale, il che significa che, in tutta la Toscana, il prezzo del biglietto del bus sarà lo stesso. Un provvedimento frutto dell’intesa tra Regione ed Enti locali nel 2012 quando fu avviata la nuova gara per il Trasporto Pubblico Locale su gomma e poi ripresa nel contratto-ponte sottoscritto dalla Regione Toscana e dalla società Scarl One (in vigore dal 1 gennaio 2018) per anticipare alcuni benefit previsti dalla gara per il gestore unico in attesa che quest’ultima abbia esito positivo. In pratica si annulleranno tutte le differenze che hanno caratterizzato fino ad oggi la situazione del tpl nella nostra regione gestito da 14 diverse aziende con 14 sistemi tariffari differenti.
Qui una raccolta di domande e risposte per tutti voi che vi servite dell’autobus sia che lo facciate assiduamente o una volta ogni tanto, che siate studenti o possessori di abbonamento.
Perché in Toscana è stata introdotta la comunità tariffaria regionale?
Innanzitutto perché previsto dall’accordo tra Regione Toscana ed Enti Locali, ma soprattutto per porre fine alle differenze – anche marcate – che hanno caratterizzato fino ad oggi le tariffe del tpl in Toscana, gestito da 14 aziende diverse con 14 differenti sistemi tariffari. Inoltre, questo adeguamento, che per alcune città arriva dopo molti anni nei quali non c’era mai stato un aumento delle tariffe, serve anche a migliorare il servizio grazie a nuovi finanziamenti destinati, ad esempio, al rinnovo del parco bus: negli ultimi tre anni sono stati sostituiti oltre 400 mezzi “vecchi”, altri 300 saranno sostituiti nel prossimo biennio.
Il settore pubblico può sostenere interamente il costo dei biglietti al posto degli utenti?
Il trasporto pubblico è finanziato da risorse pubbliche e private. Quelle pubbliche sono messe a disposizione dallo Stato, dalla Regione dai Comuni e coprono il 65 % dei costi. Il restante 35% - e non di meno - dal pagamento dei ticket. L’ente pubblico non può sollevare i cittadini dal pagamento del biglietto perché ci sono delle normative, volte proprio a regolare i finanziamenti pubblici al tpl, che stabiliscono che gli enti pubblici possono coprire non oltre il 65% dei costi del servizio, il restante 35% deve derivare obbligatoriamente dalla vendita dei ticket. Se questo equilibrio venisse meno scatterebbero dei pesanti tagli statali (sotto forma di penali) con inevitabili ricadute sulla qualità del servizio regionale.
Come sono state calcolate le tariffe del biglietto unico?
Il costo della corsa oraria pari a 1,50 euro nei capoluoghi di Provincia e a Firenze con valenza, rispettivamente, 70 e 90 minuti, che scende a 1.20 euro per il servizio urbano dei centri non capoluogo, allineano le tariffe toscane a quelle che sono le tariffe delle principali città italiane. Lo schema tariffario dei collegamenti extra-urbani si è adeguato alle modalità di calcolo chilometrico del servizio ferroviario come nel resto d'Italia.
Ma quanto costa il biglietto nelle altre città italiane?
A Milano, Roma, Torino, Reggio Emilia, Modena, Genova, Perugia, e molte altre città, il costo di un biglietto da 90 minuti è già da anni fissato a 1,50 euro. A Bologna, Terni, Parma, ed altre città, il biglietto costa 1,30 euro ma ha validità per 60/75 minuti. A Napoli costa 1,30 ma vale per la corsa singola.
Perché l’introduzione della tariffa unica implica un aumento del biglietto?
Perchè la tariffa è adeguata dopo molti anni nei quali in buona parte della Toscana era rimasta invariata, senza neanche essere adeguata all'inflazione. Omologando le tariffe in tutta la regione, inevitabilmente, in alcune città il costo del biglietto è aumentato di più in altre di meno. Dipende, quindi, da quanto pagavano prima.
Sono previsti sconti o agevolazioni?
La grande novità di questa manovra è l’introduzione in tutta la Toscana, quindi anche là dove non era mai stato adottato, dell’abbonamento ridotto per le famiglie con reddito Isee certificato inferiore a 36.152 euro. Secondo le stime potrà godere di questa agevolazione circa il 60% dell’utenza pendolare. I possessori di abbonamento, inoltre, possono usufruire del credito di imposta previsto dall'ultima legge di Stabilità (Bonus trasporti) che permette di detrarre dalla dichiarazione dei redditi fino al 19% del costo dell’abbonamento fino ad importo massimo di 250 euro. Sono previste anche tariffe agevolate per gli studenti. A Firenze gli studenti dell'Università potranno viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici, grazie ad una intesa raggiunta tra Regione, Comune, Università e gestore del servizio: è la Carta dello studente della Toscana.
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