Telai e motori per modelli di Ferrari, Lamborghini, Alfa Romeo Giulietta, Fiat Abarth, il famoso motore bialbero Fiat “ Lampredi” montato su tutti i modelli Fiat e Lancia dal 1966 al 2000. E poi una infinità di fantastici prototipi che hanno visto la luce tra gli anni ’60 e ‘70. E’ questa la mostra "Il Genio e la macchina. Bizzarrini e Lampredi, due storie dell'auto italiana", organizzata dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger e curata dal direttore artistico Vittorio Riguzzi che dal giorno dell’apertura, lo scorso 17 luglio, sta riscuotendo un grandissimo successo di visitatori. Una rassegna che vuole rendere omaggio, ma anche esaltare, la così diversa personalità dei due ingegneri, ambedue livornesi, la loro opera e la loro storia. Uomini che hanno una grande popolarità per gli appassionati e all’estero, ma praticamente sconosciuti al grande pubblico italiano.
Solo navigando sulla rete è possibile scoprire una sorprendente quantità di siti che cantano le lodi di Bizzarrini come innovatore e imprenditore, di progettista dei motori e di telai. Aurelio Lampredi ha avuto una vita meno altisonante, ma certo prodiga di idee all’ombra di grandi case come Avio, Ferrari, Officine Caproni e soprattutto la Fiat dove nel suo cammino professionale ha trasversalmente raggiunto milioni di italiani con l’invenzione del motore Fiat bialbero che porta il suo nome installato su quasi tutti i modelli Fiat e Lancia a partire dal 1966 fino al 2000. La mostra è curata dal direttore artistico della Fondazione Geiger Vittorio Riguzzi, ed è corredata di materiali originali, informazioni, notizie, disegni, immagini della vita e dell’opera dei due uomini e soprattutto sono esposte alcune delle macchine di maggior successo commerciale dei due progettisti. Di Bizzarrini si può ammirare la mitica Ferrari 250 GT, il capolavoro dell’ingegnere in Ferrari e una delle vetture della casa di Maranello più belle di sempre famosa per essere stata la macchina nel mitico commissario di Polizia Armando Spatafora, conosciuto anche come il “poliziotto con la Ferrari” famoso nei primi anni Sessanta.
Poi la sua prima auto, la Bizzarrini 500 “Macchinetta” nata dalla modifica di una Fiat 500 Topolino. Un pezzo unico realizzato da Bizzarrini nel 1953 che si distingue dalla versione in serie per il muso basso e allungato in grado di fendere l’aria, la linea morbida del tetto e la coda bombardata. Il motore viene arretrato e potenziato per ripartire meglio i pesi e viene aumentata la potenza di 30 cavalli. In questo modo poteva raggiungere i 150 chilometri orari. Con questa macchina Bizzarrini si presentò a Maranello attraversando l’Abetone ed Enzo Ferrari quando lo vide, gli disse che era un uomo “non troppo intelligente ma molto coraggioso”. In breve tempo lo fece diventare capo collaudatore della Ferrari. Tra le altre sue realizzazioni in mostra c’è poi la splendida Bizzarrini 5300 Strada capace di raggiungere i 259 chilometri orari dalla linea aggressiva e a accattivante che alla fine degli anni ’60 conquistò gli Usa con il nome Gt America.
Poi l’Asa 1000 Gt e poi due prototipi: la Bizzarrini 128 P e la “Kjara”, uno delle ultime realizzazioni dell’ingegnere livornese forse l’unico esempio di auto ibrida diesel – elettrica. Di Aurelio Lampredi invece troviamo esposto il motore bialbero Fiat che porta il suo nome e tre auto come la Fiat 125 Special, la splendida Dino Spider e infine una vera e propria leggenda: la Fiat 131 Abarth vincitrice del Campionato Mondiale Rally grazie alla potenza e affidabilità del bialbero a quattro valvole “Lampredi”. Le auto sono esposte non in modo statico, ma tutte su appositi supporti e piedistalli realizzati per creare davanti al visitatore il senso del movimento e le emozioni che si prova davanti ad automobili di questo tipo. Tutto questo con lo sfondo del mondo del costume e della società italiana di quel periodo grazie a pannelli grafici e la proiezione di video che raccontano quel periodo, dalla pubblicità al cinema che ebbe un ruolo tanto importante nella promozione dell’auto come bene alla portata di tutti.
“Sono stati due veri e propri miti dell’automobile – spiega il curatore Vittorio Riguzzi – ancora troppo poco conosciuti. Per questo motivo abbiamo voluto realizzare questa mostra perché uno degli scopi della Fondazione Geiger è quello di fare cultura e promuovere il territorio in tutti i suoi aspetti”.
La mostra “Il genio e la macchina, Bizzarrini e Lampredi. Due storie dell’auto italiana”, ad ingresso gratuito, aperta fino al 13 settembre 2010 nella Sala delle Esposizioni della Fondazione Geiger, Via Matteotti 47 - Cecina (Livorno). Orario di apertura: tutti i giorni dalle 18 alle 23.
Informazioni: Fondazione Culturale Hermann Geiger, tel. 0586 – 635011, sito web: www.fondazionegeiger.it