La Toscana è la terza regione italiana per dimensione dell'industria farmaceutica, contando 6.500 addetti diretti e circa 4.000 nel'indotto, 19 stabilimenti di produzione, 8 centri di ricerca, 800 ricercatori e 220 milioni all'anno investiti in ricerca e sviluppo. Questi alcuni dei dati diffusi in occasione del convegno organizzato a Siena su 'Biotech e farmaco: nuove possibilità di cura, una opportunità per il Paese'.
A Firenze e Siena, inoltre, la farmaceutica è tra i primi 3 settori industriali e tra i primi cinque a Pisa. A Siena l'export farmaceutico rappresenta il 98% del totale delle esportazioni del settore 'hi tech' (il 59% a Firenze, il 74% a Lucca e il 39% a Pisa). "Il biotech è nel dna dell'industria farmaceutica, che, insieme alle start-up e ai numerosi poli scientifici di eccellenza presenti in Italia, crea un network pubblico-privato in grado di competere a livello internazionale - ha affermato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. I farmaci innovativi per il trattamento di numerose patologie gravi o rare sono oggi in gran parte frutto della ricerca biotecnologica e sempre più lo saranno nel futuro". "I farmaci biotecnologici ha aggiunto Eugenio Aringhieri, presidente del gruppo biotecnologie di Farmindustria sono il 20% di quelli in commercio e il 50% di quelli in sviluppo. In molti casi rappresentano l&rsquounica possibilità di trattamento per patologie rilevanti e diffuse come anemia, fibrosi cistica e alcune forme di tumore".
Presente al convegno anche l'assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini. Il settore farmaceutico, ha detto nel suo intervento "è un patrimonio in competenze, ricerca e occupazione che deriva dalle particolari condizioni esistenti in Toscana: presenza di università e centri di ricerca medica e biotecnologica, grandi imprese multinazionali e tante piccole e piccolissime aziende con una forte propensione all'innovazione". "Un patrimonio - aggiunto - che la Regione intende non solo salvaguardare, ma anche valorizzare ed accrescere, consapevole che questo settore costituisce una sorta di cartina di tornasole dello sviluppo italiano". Fino ad oggi in Toscana, ha precisato, "sono stati approvati 54 progetti (14 nel settore biotech, 7 nella farmaceutica, 33 nei dispositivi medicali), che coinvolgono 110 aziende e centri di ricerca per un investimento complessivo di 120 milioni a fronte di un contributo regionale di circa 70 milioni".
Un mese di vita ogni quattro guadagnato negli ultimi trent'anni, pari a sei ore al giorno, 15 secondi al minuto: così ricerca, nuovi farmaci, corretti stili di vita e progressi della medicina hanno contribuito ad aumentare l'aspettativa di vita in Italia, fino a 82 anni, dieci anni in più rispetto agli anni '70. Lo evidenzia l'Orologio della Vita, iniziativa lanciata da Farmindustria per dimostrare concretamente il valore della ricerca in Italia di cui c'è ancora poca consapevolezza. ''L'Orologio della Vita - ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi - man mano che passa il tempo fa vedere quanta vita guadagniamo grazie alla ricerca, ed è impressionante. Oggi l'Italia è tra i Paesi più longevi al mondo''. Il convegno a Siena è stato anche l'occasione per commentare la decisione del Governo Letta di non effettuare tagli alla ricerca. ''Abbiamo accolto con favore questo Governo - ha detto il presidente Scaccabarozzi - perché ha preso una decisione di grande responsabilità e maturità, mettendo in atto un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi 15 anni''. ''Le biotecnologie sono essenziali per il nostro ateneo - ha detto durante i saluti iniziali Angelo Riccaboni, rettore dell'Università di Siena -, sono un asset strategico e nel prossimi futuro lavoreremo per valorizzare l'apprendistato dei nostri studenti in questo settore in collaborazione con le aziende e Farmindustria''.
Salute/ARTICOLO
Biotech e ricerca. La Toscana รจ leader
Settore in crescita: oltre 10mila addetti

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