Cultura/ARTICOLO

Baricco a IF con "The Game", viaggio nella rivoluzione digitale

"Alle ideologie del Novecento gli ingegneri hanno contrapposto i loro strumenti tecnologici e hanno cambiato il mondo", così lo scrittore ha raccontato il suo nuovo saggio sui pioneri della Silicon Valley.

/ Ilaria Giannini
Ven 12 Ottobre, 2018

Dopo aver affrontare gli albori della rivoluzione digitale con "I barbari", Alessandro Baricco con il suo nuovo saggio "The Game" (Einaudi), torna a chiedersi come la nostra società e la cultura occidentale siano state plasmate e modificate per sempre dai nuovi strumenti che ormai fanno parte della nostra vita, dall'iPhone a Facebook.
Baricco sul palco dell'Internet Festival a Pisa ha dialogato con il giornalista Gregorio Botta su come comprendere e accettare il nuovo mondo in cui viviamo, che è destinato a cambiare sempre più rapidamente.

"The Game" è un viaggio nella storia degli ultimi trent'anni della Silicon Valley, un luogo che Baricco paragona alla Firenze del Rinascimento: qui infatti un gruppo di ingegneri, come novelli umanisti, ha reinventato l'idea stessa di realtà ideando prima i computer, poi i cellulari e infine i social network e tutta la civiltà digitale che ha cambiato il nostro modo di vivere un tassello alla volta. Baricco si pone come un osservatore che non giudica il cambiamento ma lo vuole comprendere.
"La chiamo insurrezione digitale, non rivoluzione, per sottolinearne meglio lo stacco e la ferocia - spiega lo scrittore - è la rivoluzione mentale che ha generato quella tecnologica, ed è nata in alcune menti molto particolari, in gran parte ingegneri informatici il cui talento era il problem solver, ovvero trovare una soluzione per risolvere un problema ma nelle loro soluzioni era insita la loro visione della realtà."

Baricco ricostruisce la storia dei pionieri del digitale, come Larry Page e Sergey Brin, i creatori di Google che hanno inventato il primo motore di ricerca che funzionava davvero risolvendo in maniera totalizzante il problema che gli si poneva di fronte, ovvero scaricare tutti i siti web, che fossero mille o alcuni miliardi per loro non faceva differenza. Anche Amazon nasce dalla stessa intuizione, vendere tutti i libri del mondo, e così pure Spotify, che punta a raccogliere tutta la musica esistente, come se la sola risposta possibile in questo nuovo paradigma sia possedere l'intero campo, proporre il Tutto. Un'altra tendenza dei pionieri è quella di saltare tutti i passaggi intermedi per avere una presa diretta sul mondo: la email è immediata, così pure Ebay o Amazon, ma tagliando gli intermediari si levano di mezzo anche gli esperti, ovvero le élites.

"Non è stata rivoluzione fatta di idee, non c'è stato nessun lascito teorico - spiega Baricco - alle ideologie del Novecento gli ingegneri hanno contrapposto i loro strumenti. Stewart Brand diceva: si può provare a cambiare la testa della gente ma è tempo perso, prova a cambiare gli strumenti che hanno in mano e cambierai il mondo. Loro hanno fatto questo: hanno fuso dentro gli strumenti la loro concezione del mondo e lo hanno trasformato, ricordandosi sempre di divertirsi nel frattempo, come Steve Jobs quando nel 2007 presenta l'iPhone a San Francisco e per tutto il tempo se la spassa tantissimo." L'intuizione di "The Game" è proprio questa: non chiederci che danni può fare al nostro cervello il digitale, ma capire da quali cervelli è stato prodotto per accettarne la straordinarietà.