La crisi economica che non accenna a mordere la presa ridisegna la presenza sul territorio toscano degli istituti bancari. Ad Arezzo lo storico marchio popolare di Banca Etruria potrebbe essere inglobato entro qualche mese da Banca Popolare di Vicenza. Il direttore generale dell'istituto vicentino, Samuele Sorato, ha confermato che verrà presentata entro il mese di maggio un'offerta di acquisto per Banca Etruria così come per l'istituto di credito di Marostica e cento sportelli di Carife.
Sono giorni cruciali dunque per il nuovo vertice di BE che vede il neo-presidente Lorenzo Rosi, già membro del precedente board e presidente della cooperativa di costruzioni Castelnuovese, di fronte alla priorità di ritagliare per Arezzo uno spazio di autonomia il più ampio possibile.
In un incontro con la stampa locale Rosi ha detto: “Un primo passo è stato fatto: la nomina di un cda unitario e rappresentativo delle varie sensibilità del territorio di appartenenza della nostra banca. Un segnale – ha proseguito – che testimonia il desiderio comune di superare il complesso periodo che stiamo vivendo assieme ai nostri soci dei quali quasi 10mila sono intervenuti in assemblea o per delega”.
La stessa assemblea che domenica scorsa ha eletto Rosi presidente per il triennio 2014-2016 e che ha approvato un rosso di bilancio pari a 70 milioni di euro. Due i vicepresidenti scelti. Uno di questi è Pier Luigi Boschi, il babbo della ministra delle Riforme Maria Elena.
Non c'è comunque un momento da perdere. I tempi sono stretti. Fresco di nomina, il consiglio di amministrazione di Banca Etruria si trova di fronte a una decisione fondamentale per il futuro dell'istituto: l'annessione alla Popolare di Vicenza. Le carte del risiko bancario saranno scoperte a fine mese quando sul tavolo di Rosi arriverà l'offerta di acquisto della banca veneta.