Cultura/ARTICOLO

Badia dei Santi Salvatore e Cirino, un’”isola” lungo la via Francigena

A Monteriggioni un incantevole borgo fortificato recentemente restaurato

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013

La fondazione della Badia dei Santi Salvatore e Cirino si lega ad un personaggio entrato nella leggenda, la contessa Ava dei Lombardi considerata ancora oggi dalle genti della Valdelsa senese una vera e propria protettrice dei boschi e degli uomini. Ava, dopo il matrimonio con Ildebrando signore di Staggia entrò a far parte di una delle famiglie più potenti della Toscana, che poteva vantare vasti possedimenti all’interno dei territori diocesani. Nel 1001 la contessa, finanziò il progetto della badia benedettina dotandola di importanti possedimenti. Con la fine del feudalesimo l’abbazia acquistò una rilevante autonomia politica e finanziaria testimoniata agli albori del XII secolo da un cospicuo patrimonio di donazioni. L’abbazia detta di Isola, perché sorgeva su una collinetta della palude di Canneto – oggi completamente scomparsa - poteva contare sul flusso continuo di pellegrini della via Francigena che venivano accolti all’interno del borgo fortificato in una piccola piazza quadrata proprio davanti alla chiesa; essi sostavano nello “spedale” e nello xenodochio, già documentati a partire dall’XI e dal XII secolo . Originariamente l’ingresso era costituito da un portale doppio per ricordare le chiese di Gerusalemme. L’interno della basilica è diviso in tre navate coperte da capriate e divise da una serie di colonne alternate a pilastri polilobati di chiara derivazione lombarda. L’area dell’altare che si trova sopra l’antica cripta era originariamente coperta da un tiburio sorretto da quattro archi, elementi architettonici che ritroviamo alla fine delle navate laterali. La chiesa conserva una serie di opere d’arte e reperti molto interessanti. Da vedere il reliquiario di San Cirino Vescovo, che visse al tempo di Diocleziano e che morì dopo essere stato gettato nel Tevere. Le spoglie del Santo sono conservate in un sarcofago romano in pietra del I secolo d.C., realizzato molto probabilmente a Volterra e collocato nell’abside destro. Altra opera scultorea di rilievo è il fonte battesimale di un ignoto autore senese che si trova sulla contrafacciata. L’opera più interessante della Badia a Isola è la tavola della Madonna col bambino e i santi Benedetto, Cirino, Donato e Giustina, del pittore senese Sano di Pietro (1406-1481) in cui si mescolano elementi gotici e nuove tendenze dell’arte rinascimentale. Nel XIV secolo per la Badia a Isola cominciò un lungo periodo di decadenza. Il complesso fu destinato ad usi agricoli, finché in anni recenti non si è deciso di recuperalo. Il doppio chiostro dei benedettini e le cantine ospitano oggi l'Ufficio Informazioni Turistiche. Alla Badia sorgerà il Centro permanente di Studi sulla Via Francigena nonché locali ad uso museale ed espositivo.