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Attentato Barcellona, il racconto di Niccolò: uno dei toscani superstiti

Il vice presidente della Pro Loco di Carmignano si trovava su La Rambla insiema alla moglie: 'Salvi grazie allo shopping. Ora vogliamo tornare a casa'

/ Giulia Rafanelli
Ven 18 Agosto, 2017

È il giorno dopo l’attacco terroristico al cuore della vita pulsante della Spagna. La Boqueria, il porto, i negozi, i chiostri oggi sono immagini sfumate nei ricordi di Niccolò Fanfani, vice presidente della Pro Loco di Carmignano (Prato). Nei suoi occhi ci sono le lacrime del tassista che si è offerto di accompagnare lui e sua moglie, Paola Vanni, alla più vicina stazione ferroviaria in una Barcellona blindata dopo che un furgone di colore bianco si è lanciato sulla folla de La Rambla travolgendo decine di cittadini e turisti, lasciando a terra centinaia di feriti e causando la morte di 13 persone.

Niccolò e Paola si trovavano a poca distanza dal luogo dell’attentato ma fortunatamente sono salvi e stanno bene: “Ci ha salvato la voglia di shopping di mia moglie”- racconta Niccolò. I due che da qualche giorno si trovano ospiti da amici alla periferia del capoluogo della Catalogna, erano arrivati nella metropoli in mattina per godersi un giorno della tipica allegria spagnola. Poco prima delle 17, ora (circa) dell’attentato, la moglie di Niccolò è stata attratta dai capi d’abbigliamento del noto brand Desigual, una manciata di minuti prima dell’arrivo del camion impazzito: “Eravamo nel negozio, mia moglie si stava provando un vestito nel camerino quando ad un tratto abbiamo capito che era successo qualcosa. Dalle finestre – racconta – vedevamo la gente correre, non so dire quante volanti della polizia abbiamo visto sfrecciare ma erano tante, arrivavano da ogni angolo della città. La gente si veniva a nascondere anche nei camerini e il proprietario, con grande prontezza, appena realizzato quanto stava accadendo, ha preso la decisione di serrarci sul retro: troppo pericoloso restare a filo strada, sarebbe potuto entrare chiunque”.

Niccolò e Paola hanno trascorso quattro ore chiusi lì dentro mentre fuori era già iniziata la caccia all’uomo e il fuggi fuggi generale. La gente scappava a mani alzate scambiandosi con militari che intimavano loro di tenere le braccia bene in vista e di alzare la maglia per scongiurare vi nascondessero delle armi. “Dopo quattro ore la polizia ha fatto irruzione nel negozio, ci hanno intimato di uscire con le braccia alzate e piano piano hanno iniziato a far smaltire la folla verso piazza Cataluña in una sorta di corridoio umano. In terra, lungo La Rambla, c’erano tantissime scarpe e ciabatte, quelle perse dalle persone in fuga. È stato impressionante”.

I due sono riusciti a rientrare dai loro amici nonostante il blocco totale dei mezzi di trasporto e la chiusura di metro e stazioni, perché i tassisti di Barcellona si sono messi gratuitamente a disposizione dei superstiti. “Il tassista che ci ha fatto salire in auto ci ha offerto dell’acqua e poi mi sono accorto che piangeva. Mi ha colpito questa gente: la prontezza del titolare del negozio, gli agenti armati che spuntavano da ogni angolo nonostante per tutto il giorno noi non avessimo avuto la sensazione di una presenza massiccia di forze dell’ordine, la vicinanza delle persone e le lacrime di quello sconosciuto che ci ha portato alla più vicina stazione del treno in funzione”.

Niccolò e Poala hanno un volo per l’Italia fissato per domani (19 agosto) da Girona: “Qui in periferia la situazione è tranquilla ma con il secondo attentato di questa notte (nella notte un gruppo di terroristi ha cercato di colpire Cambrils località turistica della Costa Brava a circa 100 chilometri da Barcellona, ndr) la paura è tanta. Abbiamo dormito poco, penso a cosa sarebbe potuto accadere se non fossimo stati dentro quel negozio, alla fine è andato tutto bene ma ora abbiamo voglia di tornare a casa”.