Attualità/ARTICOLO

Attentato ai senegalesi: un contributo dalla Regione

20 mila euro, spalmati in tre anni, andranno ai familiari dei due uomini uccisi e al ferito grave residente a Cascina

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
manifestazione antirazzista senegalesi firenze
A 4 mesi dall’attentato razzista dello scorso dicembre, la Regione Toscana annuncia un provvedimento in favore delle vittime: lo fa in una occasione particolare, destinata a essere la prima di una serie – voluta dal presidente Enrico Rossi – per festeggiare i valori della democrazia e dell’amicizia fra i popoli, oggi coinvolti dai flussi migratori, prendendo a spunto le rispettive feste nazionali e le Carte Costituzionali.

Si è partiti oggi pomeriggio a Firenze in Palazzo Sacrati Strozzi, sede della presidenza di Regione Toscana, con la comunità senegalese (circa 12 mila i cittadini senegalesi oggi in Toscana) che pochi giorni fa, il 4 aprile, ha festeggiato la festa della sua Repubblica nel ricordo dell’entrata in vigore della Costituzione senegalese (4 aprile 1960) e dell’indipendenza del Paese africano.

Impossibile, in una giornata come questa, non tornare ai due uomini senegalesi (il quarantenne Samb Modou e il cinquantaquatrenne Diop Mor) venuti in Toscana per cercare lavoro ma incappati nell’odio fanatico di un toscano, il pistoiese Gianluca Casseri, autore – lo scorso 13 dicembre – dell’attentato in Firenze che oltre a togliere la vita ai due uomini ne ferì altri tre (Dieng Mustapha, Sogou Mor e Mbenghe Cheike, il primo in modo grave).

Regione Toscana – lo ha comunicato Rossiha deciso di assegnare un contributo. Occorrerà un provvedimento legislativo specifico, ma i contenuti sono stati anticipati dal presidente: 20 mila euro, spalmati in tre anni, andranno ai familiari dei due uccisi e al ferito grave (Dieng Musfapha ha 34 anni, vive a Cascina ed è rimasto invalido. E’ un irregolare e, attualmente, beneficia di un permesso di soggiorno per motivi umanitari valido fino al gennaio 2013).

Ogni anno è nostra intenzione incontrare le comunità presenti in Toscana nel giorno in cui si celebra l’indipendenza del loro Paese – ha detto Enrico Rossi – In Toscana gli immigrati sono ormai il 10% della popolazione: 400.000 su una popolazione di 3.700.000 abitanti. Abbiamo scelto di cominciare con la comunità senegalese, proprio a partire dagli episodi drammatici che li hanno colpiti il 13 dicembre scorso. Noi vogliamo combattere il clima di razzismo. Senza integrazione non c’è futuro. Iniziative come quella di oggi favoriscono il dialogo e l’integrazione, e testimoniano una volontà di reciprocità, di incontro, di accoglienza”.

La Toscana, ha ricordato il presidente Rossi, riconosce un contributo alle famiglie delle vittime del lavoro.
Queste persone sono morte sul lavoro, e dunque noi daremo alle famglie dei due uccisi e del ferito grave un contributo di 20.000 euro, da spalmare su tre anni, per dare continuità al nostro sostegno. Il lavoro che i senegalesi fanno qui è importante proprio perché serve per mandare soldi a casa. Nella nostra regione ci sono interi comparti produttivi che vanno avanti grazie ai lavoratori senegalesi, per esempio il distretto del cuoio a Santa Croce sull’Arno”.

Enrico Rossi ha ricordato anche che dopo i drammatici fatti del 13 dicembre lui stesso aveva chiesto al Presidente della Repubblica e al ministro dell’interno il riconoscimento della cittadinanza per i tre senegalesi rimasti feriti. “Una lettera del Presidente Napolitano – ha detto – ci ha informato che Mustafà avrà un permesso per motivi umanitari, agli altri due feriti verrà riconosciuto un permesso di lavoro. Non è proprio quello che volevamo – ha sottolineato – ma è comunque il segno di un interessamento che ha sortito un effetto concreto”.

Il pomeriggio – cui ha preso parte anche il console onorario del Senegal a firenze, Eraldo Stefani  - è ruotato attorno a due simboli: lo scambio delle rispettive Costituzioni e l’ascolto degli inni nazionali. Hanno parlato i rappresentanti delle comunità senegalesi a Firenze e in Toscana (Pape Diaw e Diop Mbaye), oltre a due ragazzi senegalesi nati in Toscana, immigrati delle seconde generazioni.

Alla fine dell’incontro, Enrico Rossi si è impegnato a fare con i Prefetti una ricognizione sui ritardi burocratici nell’emanazione dei permessi di soggiorno, e a ospitare negli ospedali toscani la bimba senegalese che ha bisogno di cure, il cui caso gli era stato segnalato da Pape Diaw.