Il Museo Novecento di Firenze, aperto nel 2014, si amplia con nuovi allestimenti e nuovi progetti artistici: il potenziamento della galleria, curato da Mus.e (associazione che gestisce i musei comunali) è stato presentato dal sindaco Dario Nardella e dal nuovo direttore artistico del museo, Sergio Risaliti.
Grazie ad un milione di investimenti, è stato spiegato, verranno realizzati numerosi interventi strutturali sugli spazi, adiacenti al complesso di Santa Maria Novella, e verrà attivata una nuova caffetteria.
Verrà arricchito il programma delle esposizioni temporanee ed entro la fine di maggio i piani superiori del museo, dove è accolta la collezione permanente di opere del museo, tra le quali quelle dei lasciti Alberto Della Ragione e Ottone Rosai, saranno completamente riallestiti: nuovo criterio, verrà esposto un nucleo di circa 60 lavori a rotazione, tra le centinaia di pezzi in custodia al museo.
Svariate sono poi le installazioni scelte per 'animare' ulteriormente la galleria: tra queste, la grande e colorata scritta Museo, sopra la cancellata esterna affacciata su piazza Santa Maria Novella, di Paolo Parisi, e 'Araba fenice', struttura metallica collocata nel chiostro interno che costituisce il 'cuore' dello spazio d'arte. Piazza Santa Maria Novella accoglierà, in futuro, anche altre installazioni.
Nel 2017, è stato ricordato, il Museo Novecento è stato visitato da circa 45mila persone: "L'obiettivo, con questa vasta operazione di rinnovamento, è di aumentare questa cifra del 20% - ha annunciato Nardella -. Oggi comincia la seconda vita del Museo Novecento: con questo riallestimento saremo in grado di 'cambiarlo' ad ogni esposizione per renderlo sempre inedito ad ogni visita. Aumenteremo gli eventi collaterali e siamo certi che il pubblico continuerà a crescere. E aiuterà Firenze a continuare a pulsare tra le più vive capitali dell'arte".
"Firenze - ha continuato il primo cittadino - con il museo Novecento e con molte altre manifestazioni di arte contemporanea organizzate in questi anni si è finalmente scrollata di dosso l'immagine che qualcuno le vuole appiccicare di città malinconica, che guarda solo al proprio celebre passato, schiacciata dall'idea di non poterlo mai eguagliare".
"Chi pensa questo non è un vero fiorentino: un vero fiorentino è un amante della contemporaneità - ha aggiunto il sindaco -, Brunelleschi è stato un grande contemporaneo, Michelangelo ha rotto tutti i modelli dello status quo del suo periodo, e prima ancora di lui Giotto, Cimabue, Masaccio. Firenze ha sempre avuto grandi visionari contemporanei che non hanno mai inseguito i gusti, gli stili, ma li hanno sempre indirizzati".
Per Nardella, "chi continua a guardare all'arte contemporanea con sospetto, ritenendola indegna di questa città, vuol dire che non conosce la storia di Firenze e non la ama davvero".
Per informazioni:
http://www.museonovecento.it/
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