Lo sviluppo della robotica e l’invenzione di oggetti tecnologici sempre più sofisticati portano inevitabilmente implicazioni di carattere giuridico, etico ed economico. Il progetto europeo “RoboLaw” coordinato dalla docente di diritto privato della Scuola Superiore Sant’Anna Erica Palmerini, è il primo che ha analizzato lo sviluppo di tecnologie come robotica e intelligenza artificiale in vista di una regolazione normativa e in ottica interdisciplinare, con particolare attenzione agli aspetti etici e legali. Proprio da “RoboLaw” sono arrivate le linee guida sulla regolazione della robotica per il Parlamento e per la Commissione Europea, presentate di recente in un’audizione del ricercatore Andrea Bertolini dinanzi alla Commissione giuridica JURI del Parlamento europeo.
Come hai iniziato ad interessarti alle normative che regolano la robotica?
Sono un giurista, ho fatto la pratica forense e sono diventato avvocato in Italia e in America. Mi sono accorto mentre facevo la professione che mi piaceva pensare non solo a quello che il diritto era ma anche pensare a come sarebbe dovuto o potuto essere nel futuro. Io mi occupo di diritto privato una materia molto ampia che sconfina nella bioetica e nella responsabilità delle assicurazioni.
Qual è il campo della sua ricerca?
Mi occupo della regolazione della robotica, l'ordinamento per permettere l'emersione di nuove tecnologie robotiche sicure, di qualità per permettere ad alcuni nuovi prodotti di essere usati nella nostra società. Per esempio le auto autonome (veicoli automatici senza intervento umano) per adesso non possono circolare sulle strade, cosa possiamo fare per permettergli di circolare? Come dovrebbe funzionare un contratto di assicurazione per un veicolo autonomo? È una domanda non banale perché si deve capire la ripartizione della responsabilità, su chi ricade la colpa.
I campi più interessanti sono sostanzialmente tre:
1-Modelli di responsabilità cioè chi paga i danni quando qualcosa non funziona, nei droni o in altri tipi di tecnologie. Per esempio esiste un software che sarà usato in futuro per fare diagnosi da parte dei medici fornirà cioè informazioni e consigli su come curare il paziente. Il medico deve decidere in base a quello che dice la macchina o se ne può discostare? E se se ne discosta sarà considerato responsabile?
2-Temi di bioetica, potenziamento umano, se può essere consentito, se e come, a quali condizioni. Potrò decidere in un prossimo futuro di amputarmi un braccio non malato per sostituirlo con una protesi robotica che mi permetterà di essere più forte o nel caso delle gambe di correre più veloce?
3-Standardizzazione tecnologica, cioè come facciamo ad elaborare standard di sicurezza per i nuovi prodotti robotici.
I temi sono tantissimi se ne sta occupando anche l'Unione Europea, noi abbiamo scritto delle raccomandazioni che sono diventate abbastanza famose.
Ti è mai capitato di dibattere in aula un caso che riguardasse questioni simili a queste?
Non sono ancora questioni che finiscono in tribunale per quanto c'è stato un incidente di un'auto autonoma qualche mese fa negli Stati Uniti quando una Tesla si è andata a schiantare contro un camion e nell’impatto è morto il guidatore.
Mi vengono in mentre le tre leggi della robotica di Isaac Asimov…
Sono un concetto molto superato perché Asimov che era uno scrittore ipotizzava l'esistenza di androidi con un cervello simile se non identico a quello umano, e noi non sappiamo se e quando mai sarà possibile ricrearlo. Le leggi di Asimov non ci servono a molto, mentre invece è assolutamente necessario cercare di capire come tutte queste cose funzioneranno. Per esempio se deve pagare per il danno il produttore del veicolo o il fornitore del software nel caso dei veicoli autonomi, questa è una domanda di grande rilevanza ed è abbastanza impellente perché queste tecnologie sono già ampiamente in via di sviluppo, sono cose molto concrete, non è fantascienza. Per esempio esiste una persona che si chiama Neil Harbisson che si definisce il primo cyborg al mondo perché si è impiantato un'antenna nella scatola cranica che gli permette di trasformare i colori in suoni, lui l'ha fatto perché non riesce a distinguere con i suoi occhi i colori. È una persona con una disabilità che grazie a questa antenna è diventata una persona con una super abilità che nessuno di noi possiede. Lui riesce a percepire i colori sottoforma di suoni e riesce a percepire anche colori che son invisibili all'essere umano come l'infrarosso degli ultravioletti. Harbisson sostiene che tutti dovrebbero poter modificare il proprio corpo come vogliono. Secondo lui se io volessi dovrei poter impiantarmi la stessa antenna anche se non sono daltonico come lui. Ci sono anche molte altre forme di protesi o intervento sul corpo umano che possono essere fatte oggi.