Quattro donne intorno al tema della maternità: Amanda Sandrelli, Eloide Treccani, Xildha Lapardhaja ed Elena Arvigo dal 4 al 6 marzo salgono sul palcoscenico del Teatro Manzoni di Calenzano con “Maternity Blues (From Medea)”.
Chiuse all’interno di un carcere psichiatrico, le quattro protagoniste trascorrono il loro tempo espiando una condanna, che è soprattutto interiore, per il gesto che ha vanificato anche le loro esistenze. Dalla convivenza forzata – che genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella delle altre – germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto senza consolazione. Un teatro che cerca un po’ di luce e speranza lì dove sembra non esserci che tenebra.
Il riferimento a Medea non lascia dubbi rispetto al tema trattato: in un ospedale psichiatrico giudiziario, che riporta subito a quello famoso di Castiglion delle Stiviere (Mn), si incontrano quattro donne che hanno commesso il reato di infanticidio. Sono la dolce Marga, l’aggressiva Eloisa, la giovanissima Rina e la più consapevole Vincenza. Chiuse all’interno dell’OPG, le quattro protagoniste trascorrono il loro tempo espiando una condanna, che è soprattutto interiore, per il gesto che ha vanificato anche le loro esistenze. Dalla convivenza forzata – che genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella delle altre – germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto senza consolazione.
"Ci interessa scavare in queste zone buie affinché attraverso il teatro sia possibile tentare di favorire una comprensione, - ha dichiarato la regista Elena Arvigo - per gli artisti coinvolti e il pubblico insieme, più ampia e vasta dell’animo umano. Questa comprensione non implica necessariamente né l’assoluzione né la condanna. Cerchiamo di fare un teatro pericoloso nel senso etimologico della parola: dal latino periculum, ossia esperimento, rischio. Un teatro che cerca un po’ di luce e speranza lì dove sembra non esserci che tenebra."
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