Durante la I Guerra Mondiale sulle Montagne che dividono Pistoia e Prato dai territori emiliani, si svolse una storia molto importante che coinvolse autorità civili e un buon numero di prigionieri austriaci catturati sui fronti alpini, che andarono a sostituire gli operai forestali impiegati al fronte. L’esercito italiano aveva bisogno di legnami per la costruzione di tavolame, travi e correntame, particolarmente richiesti per la costruzione di ricoveri e di ponti. Il Corpo Reale delle Foreste decise dunque di creare dei campi di lavoro dove impiegare manodopera straniera proveniente dalle prigioni del fronte “Un primo nucleo di prigionieri – scrive Daniele Amicarella in Quando il bosco andò alla guerra, Microstoria 23 maggio giugno 2002 – fu ubicato nella Val di Luce, dove erano state costruite delle baracche di legno. Per collegare questa località con il centro di Abetone fu realizzato un tracciato che ancora oggi la gente del posto chiama ‘il sentiero del tedesco’. Da qui gli austriaci si recavano al lavoro nelle abetine di Monte Maiori, incontrandosi ogni giorno con gli ‘esonerati’.” Accanto ai soldati austriaci erano impiegati anche operai italiani specializzati, che non potevano essere mandati in guerra per limiti di età. Essi abitavano in baracche come quelle costruite per gli austriaci, ma potevano andare a mangiare presso le famiglie locali: “Per il trasporto dei tronchi d’abete – scrive Daniele Amicarella – fu realizzata una teleferica, la segheria funzionava con la forza di uno dei tanti impetuosi ruscelli che confluivano nel Torrente Lima. Se le acque del ruscello calavano, un motore a scoppio sostituiva l’energia idraulica. (...)” Per tagliare le piante, furono impiegate seghe a mano, normalmente azionate da tre uomini. Occorrevano piante d’alto fusto come querce, cerro, leccio, faggio e frassino che oltre che sul Monte Maiori vennero prelevate anche nella valle del Sestaione. I lavori riguardarono anche il territorio di Cantagallo sulla montagna pratese. Esisteva ed esiste tutt’oggi come strada comunale una via “dei tedeschi” che dal borgo di Cantagallo (distrutto durante la seconda guerra mondiale) si ricongiungeva ai boschi della Limentra Orientale. I disboscamenti furono attuati con lungimiranza: dopo la fine del conflitto infatti le foreste ripresero i loro spazi, segno che i prelievi di legname erano stati attuati con criterio.
Dove mangiare e dove dormire
Per godersi il fresco dell’estate nelle foreste dell’Abetone esistono molte occasioni di soggiorno. All’Hotel Residence Boscolungo, che si trova a circa mezzora da Monte Maiori, si può trovare un ambiente elegantemente arredato e dotato di ogni comfort, comprese la palestra e la piscina. La cucina del ristorante offre tipici piatti della montagna e della rinomata tradizione culinaria pistoiese.
Hotel Residence Boscolungo
Abetone 51021 Pistoia
Via Brennero 430
tel. 057360582