Venerdì 4 marzo alle ore 18.00, presso la Libreria Brac di Firenze la fotografa Silvia Camporesi presenta il suo ultimo libro "Atlas Italiae". Si tratta di un libro fotografico nato da un'esplorazione di un anno e mezzo in tutte le regioni italiane alla ricerca di paesi ed edifici abbandonati. Atlas Italiae è una mappa ideale dell’Italia che sta svanendo, una collezione poetica di luoghi, fondata sulla ricerca di frammenti di memoria.
“Avevo visto una foto del Lago di Vagli svuotato - ci ha raccontato Silvia - mi sembrava un paese di cartone con i muri pieni di alghe, sono rimasta incantata da questa piccola foto e ho cominciato a fare ricerche sui paesi abbandonati che secondo l’Istat sono 1600, ma in realtà sono molti di più. Il lavoro mi ha richiesto due anni e ho dovuto usare un metodo molto preciso e rigoroso, perché un conto è quello che trovi su Internet, un conto è la realtà. Ho utilizzato spesso degli “informatori” cioè persone trovate tramite i social network che avevano visitato da poco i luoghi che volevo fotografare, così potevano dirmi in che stato erano, per evitarmi un viaggio a vuoto”.
Borghi disabitati da decenni che sembrano non esistere nemmeno sulle cartine geografiche, architetture fatiscenti divorate dalla vegetazione selvaggia, archeologie industriali preda dell’oblio, ex-colonie balneari decadenti. Le foto di Silvia Campironi alzano il velo dell’anonimato e del silenzio visivo svelando l’anima di luoghi congelati nel tempo.
“Durante il mio viaggio mi è capitato di tutto, sono stata inseguita da un maiale, ho corrotto un guardiano per entrare in un manicomio in Toscana, ho fatto un viaggio in nave in mezzo ai detenuti per andare a Pianosa, ad Apice in provincia di Benevento mi è persino crollato un pavimento sotto i piedi”.
Molti i luoghi fotografati da Silvia nella nostra regione: “In Toscana ho visitato molti luoghi abbandonati: Castelnuovo dei Sabbioni, il Manicomio di Pistoia e l’Isola di Pianosa di cui ci sono molte foto nel libro perché era un progetto commissionato dal Festival di fotografia europea di Reggio Emilia. In quel caso avevo anche i permessi per scattare foto, mentre in realtà quasi sempre dovevo intrufolarmi di nascosto. Fuori dal libro purtroppo sono rimasti il Manicomio di Volterra e le miniere abbandonate dell’Isola d’Elba.”
"Le foto hanno una bellezza struggente proprio per via dell’abbandono, - ha consluso la fotografa - i luoghi che mi hanno colpito di più sono la nave di Genga nelle Marche una costruzione che in realtà non era una vera nave ma era un ristorante a forma di nave e il "clone" del Castello di Rovasendra che fu costruito in Piemonte nel 1179 e nell’Ottocento fu poi "replicato" a pochi chilometri di distanza. La leggenda narra che è stato costruito tutto per conquistare un donna. Quindi c’è un castello finto “clonato” accanto a quello vero, una cosa incredibile.”
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