Cultura/ARTICOLO

Al Teatro Metastasio di Prato torna il 'Contemporanea Festival'

Dal 22 al 26 settembre spettacoli di teatro, danza, musica e performance sul tema 'Vivere al tempo del crollo'

/ Redazione
Mar 19 Settembre, 2017
Bang, Herman Diephuis

Ad inaugurare le attività del Teatro Metastasio di Prato nella stagione 2017/2018, dal 22 al 26 settembre, sarà la XV edizione di "Contemporanea Festival" un progetto sui molteplici linguaggi della cultura e dello spettacolo contemporaneo diretto da Edoardo Donatini, con ospiti artisti e compagnie nazionali e internazionali, momenti di riflessione teorica e laboratori formativi. In particolare, il festival si svilupperà intorno al tema di “Vivere al Tempo del Crollo”, dove il Crollo è metafora, astrazione, realtà dell’epoca estrema in cui viviamo. Tanti gli artisti internazionali in programma, con sette importanti prime nazionali a rimarcare una vocazione relazionale che travalica ogni confine, sia geografico che artistico. 

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Dalla Francia arrivano due artisti: la drammaturga e coreografa Ivana Müller con un progetto che sviluppa nuove possibilità narrative a partire da un processo di annotazione e di condivisione di un testo da parte di cinque lettori pratesi secondo una pratica del XIX secolo denominata “marginalia”, che consisteva nel redigere delle note a margine a un testo prima di regalarlo a un amico o un innamorato (25 settembre); il coreografo Herman Diephuis con una esplorazione fisica non caricaturale e non aneddotottica della paura (26 settembre).

Dalla Svizzera arriva invece il teatro politico senza compromessi di Milo Rau, osannato regista di cinema e teatro nonché giornalista e saggista, che in esclusiva per l’Italia porta a Prato attori rifugiati dalla Grecia, Siria e Romania per raccontare storie di tragedia artistica e reale, di tortura, fuga, sofferenza, morte e rinascita riflettendo sulle radici culturali, il presente politico e il futuro del continente europeo (23 e 24 settembre); e arriva anche la rigorosa coreografa Yasmine HUgonnet con un assolo sul suono del corpo in una partitura scritta sino al dettaglio, meccanica finissima di arti, dita, polpastrelli, lingua (26 settembre); c’è poi una performance di Oscar Gòmez Mata che con la sua Compagnia L'Alakran riflette sulla capacità dell’uomo di trasformare le persone e le cose e sulla sua tendenza a credere essenziale quello che non lo è (22 settembre); e c’è una performance della coreografa Alexandra Bachzetsis ispirata alla Venere allo specchio di Diego Velazquez, in bilico fra danza, arti visive e teatro, a trasporre da un corpo all’altro nudità, movimento, sguardo e riflesso (24 settembre).

Sempre in arrivo dall'estero si incontrano i lavori di due artisti belgi: lo spettacolo della coreografa e arista visiva Kate McIntosh che immerge il pubblico in fenomeni tattili conducendolo in una nuova dimensione sensoriale che coincide sia con un’esplorazione della fisicità che con un sottile esperimento sociale sulla comunicazione non verbale fra individui sconosciuti (22 e 23 settembre), e la performance sui corpi, le architetture e i disastri dell’artista e scenografo Gaëtan Rusquet, in bilico tra costruzione e distruzione (26 settembre).

Sul fronte italiano, da sempre incline alla ricerca coreografica, Contemporanea Festival propone un focus sulle ultime creazioni di alcuni danzatori. Si incontrano infatti Giorgia Nardin, con una coreografia che invita a fare pratica di empatia e rivendica un senso di responsabilità tradotto fisicamente per rimettere in discussione il punto di vista sui codici di fruizione del corpo e godere collettivamente di anatomia poetica (26 settembre); Annamaria Ajmone, con un lavoro che, costruito per prestiti, citazioni, sovrapposizioni di materiali di provenienza geografica e generi diversi, si concentra sulla dinamica che scatta quando i frammenti si concatenano tra loro generando significati inediti (25 settembre); Francesca Foscarini, con un trittico sul tema dell'assenza (25 settembre), Jacopo Jenna con un lavoro che prende in prestito il testo di una canzone di Kurt Cobain e assieme a Jacopo Miliani lo decostruisce sotto forma di 20 asciugamani di spugna e lo scompone graficamente (22 settembre); e ci sono i Kinkaleri, con una performance che indaga la serialità del punto di rottura facendo leva sulla morfologia del luogo in cui si ambienta, con due punti di vista contrapposti e due visioni complementari di un unico paesaggio visivo (dal 22 al 26 settembre).

A garanzia dell’affabulazione come mezzo necessario a decifrare ogni suggestione scenica c’è anche la preziosa presenza di Massimiliano Civica che cura una delle sue conferenze/spettacolo con la proiezione di tre video di Orson Wells, Nina Simone, Ettore Petrolini per definire tre diversi modi di emozionare con pudore (24 settembre).

In un terreno ibrido, commesso all’arte performativa musicale, oltre le convenzionali distinzioni tra i generi del teatro, della danza, della musica e delle arti visive, si collocano poi la performance di Tempo Reale che mette insieme teatro, suono e immagine integrando i processi post-industriali e guardando al recente passato del mondo analogico in modo da riflettere sul concetto di ecologia dei sistemi tecnologici (24 settembre), e la audio-video performance di Lorenzo Brusci  e Luca Canciello, un progetto di elettroacustica musicale free-form che mette assieme 20 e più anni di esperienza nella architettura sonora immersiva, nella composizione musicale e nel sound design digitale per fare il punto sul meccanismo individuale e collettivo della memoria e i suoi riti, sulla necessità di ogni gruppo umano di condividere e aggregarsi nel momento del pericolo, della morte e del rischio d’oblio (23 settembre).

Come di consueto, non manca uno spazio dedicato ai bambini con il debutto di un primo studio della Compagnia TPO  che accompagna i piccoli spettatori in un racconto per immagini e danza che affronta il tema della scoperta dell’altro e la curiosità per tutto ciò che è diverso da noi (22, 23 e 24 settembre).

Infine il festival dedica una sezione particolare alla formazione, con tre diversi laboratori: il primo, "Il mestiere della recitazione", condotto da Massimiliano Civica e rivolto ad attori si concentra sugli strumenti fondamentali dell’arte dell’attore: il corpo, la voce, lo spazio fisico in cui si agisce e la capacità “schizofrenica” di guardarsi da fuori per sorvegliare l’efficacia e la coerenza del proprio racconto scenico; il secondo “In-Forma” prevede tre giorni di formazione per professionisti del teatro ragazzi; il terzo, “L’apparizione del tessuto: il brusio, l’emozione, la forma - Laboratorio di web_narrazioni”, con finalità redazionali, affidato al critico teatrale Massimo Marino e riservato agli studenti del Progeas e al pubblico più fattivamente interessato, vedrà comporre interviste, presentazioni e recensioni in un blog creato appositamente.

Per informazioni:
http://www.contemporaneafestival.it/

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