Non si ferma il boom del biologico in Toscana: secondo i dati di Coldiretti, sono aumentati i produttori (+12,3%), le superfici e le colture (+15,8%), in particolare l'olivicoltura (+9%), i cereali (+41%) e ka vite (+6%), anche perché sono cresciuti del 20% i consumatori che scelgono di acquistare di alimenti prodotti senza l'uso della chimica e il contestuale boom dei consumatori che cercano la garanzia 'Ogm free'.
Il biologico è il segmento più dinamico della tavola: i consumi sono praticamente raddoppiati con il 70% degli italiani disposti a pagare di più un alimento del tutto naturale, il 65% per uno che garantisce l'assenza di Ogm, il 62% per un prodotto bio e il 60% per uno senza coloranti, secondo l'ultimo rapporto Coop.
"Un exploit da ricondurre - spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana - all'attenzione per il benessere, la forma fisica e la salute, oltre che la crescente diffusione di intolleranze alimentari. In Toscana le aziende agricole hanno scommesso, già da molto tempo, sulle produzioni biologiche ed i risultati di oggi dimostrano che hanno avuto ragione."
Per far crescere ancora questo settore la Regione Toscana ha appena aumentato di 25 milioni le risorse stanziate per l'agricoltura biologica. In risposta al bando del 2015 sull'agricoltura biologica (la misura 11 del Programma di sviluppo rurale per l'introduzione e il mantenimento dell'agricoltura biologica) a fronte di una dotazione finanziaria della misura di 17 milioni di euro erano pervenute richieste di poco inferiori ai 23 milioni di euro per 2059 aziende, a dimostrazione dell'interesse delle imprese agricole nei confronti del sistema biologico. Pertanto la giunta, al fine di soddisfare tutte le domande ammesse, ha deciso di aumentare l'impegno finanziario nel quinquennio di ulteriori 25 milioni di euro rispetto a quanto previsto. "Una decisione assunta in considerazione del fatto che la valorizzazione dell'agricoltura biologica - afferma l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi - ha un ruolo fondamentale per favorire e incentivare un processo di cambiamento delle pratiche agricole, puntando come obiettivo sulla conservazione della biodiversità a livello di agroecosistema, sulla conservazione dei paesaggi, sulla riduzione dell'inquinamento delle risorse idriche, sul contenimento dell'erosione e della perdita di fertilità dei suoli, contribuendo anche alla riduzione dell'emissione dei gas serra".