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Agricoltura: boom dell'export Ma le aziende sono "anziane"

Luci e ombre nella fotografia dell'Irpet nel “Rapporto sul sistema rurale toscano”: la Toscana è leader nell'agriturismo e all'estero aumentano le vendite di vino e olio ma manca il ricambio generazionale

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
I prodotti coltivati in Toscana sono molto amati all'estero ma le aziende agricole stanno dimunendo e sono guidate in prevalenza da over 60. Questo il panorama di luci e ombre sull'agricoltura della nostra regione, scattato dall'Irpet nel suo "Rapporto sul sistema rurale toscano”, che è stato presentato oggi a Firenze.
Il dato migliore arriva dalle esportazioni, cresciute del 12% nel 2010 e dell’10% nel 2011. L'export del vino segna addirittura un aumento del 16% , al quale si aggiunge un +12% per l’olio. Cresce anche la dimensione aziendale, che passa in media dai 7 ai 10 ettari, ma si registra anche una forte contrazione del numero di aziende (-38%), un dato peggiore di quello nazionale (-32%). Le imprese più piccole diminuiscono di un 9% all’anno, mentre quelle maggiori “reggono” e accrescono il loro peso sul totale. Resta critico il dato legato all’età media degli agricoltori: il 40% ha più di 60 anni.

PIL AGROALIMENTARE OLTRE 3 MILIARDI - Nel 2010 il comparto agroalimentare toscano ha contribuito per il 3,3% alla formazione del valore aggiunto dell’economia regionale, per un totale di 3 miliardi e 145 milioni di Euro. Per poco più della metà (1.734 milioni di € ) il valore aggiunto è stato prodotto da agricoltura e silvicoltura, mentre l’industria alimentare ha prodotto il 43% del valore aggiunto complessivo, pari a 1.353 milioni di €. Le colture legnose hanno prodotto beni per oltre un miliardo di euro, rappresentando circa la metà del valore della produzione agricola regionale (48,5%) e oltre il 10% delle produzioni legnose nazionali, un peso doppio rispetto a quello del complesso dell’agricoltura regionale.

MANCA IL RICAMBIO GENERAZIONALE - La distribuzione delle aziende per classi d’età del conduttore è rimasta immutata dal 2000: quasi il 40% dei conduttori ha più di 65 anni e resta il problema del ricambio generazionale alla guida delle aziende. Vi sono stati alcuni cambiamenti, tutti di segno positivo, nella evoluzione delle competenze, orientate verso un maggior grado di istruzione dei conduttori delle aziende agricole. L’accesso al mercato finale attraverso modalità più evolute, la percezione del contributo alla conservazione e alla tutela del paesaggio, il ritenere importanti l’accesso al credito e l’innovazione in azienda aumentano all’aumentare della dimensione aziendale, del grado di istruzione dei conduttori, e al diminuire della loro età. La riduzione delle aziende agrarie e l’incremento delle dimensioni medie – sottolineano i ricercatori Irpet – può essere interpretato come una ristrutturazione del settore agricolo più che un indicatore del suo declino, confermata anche dalla crescente produttività dell’agricoltura toscana rispetto a quella nazionale.

AGRITURISMO LEADER -  Le aziende agrarie della Toscana hanno prodotto beni e servizi per un valore complessivo (valutato a prezzi base) di oltre 2 miliardi e 300 milioni1, con un calo dell’1,6% a prezzi correnti rispetto al 2009. Le produzioni ottenute da attività non agricole: servizi turistici, trasformazione dei prodotti agricoli, realizzate dalle aziende agrarie hanno superato i 200 milioni di Euro, con un incremento del 3,2% rispetto all’anno precedente. La quota di queste attività sul valore corrente è progressivamente cresciuta, arrivando a superare il 7% nel 2010, una quota superiore a quella coperta dai prodotti dell’olivicoltura o dal latte.
In particolare la Toscana con 4074 aziende agrituristiche (fine 2011) conferma la leadership in Italia, con il 33,5% delle presenze totali e il 41,8% delle presenze di turisti stranieri. Le stime congiunturali Istat sul valore aggiunto agricolo hanno registrato per il secondo trimestre del 2011 un +0,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, dovuto soprattutto ad una favorevole componente di prezzo. A partire dal terzo trimestre le quotazioni hanno cominciato a diminuire, mantenendosi comunque su livelli ancora superiori dei minimi registrati a cavallo tra 2009 e 2010. Sulla base degli indicatori disponibili le più recenti stime prodotte dall’Irpet indicano per il 2011una crescita del valore aggiunto prodotto dall’agricoltura in termini correnti pari a circa l’1%, per la quasi totalità dovuto all’effetto delle variazioni di prezzo. Tanto nel 2010 come nel 2011 il comparto alimentare a carattere industriale ha mostrato una più decisa capacità di ripresa rispetto all’evoluzione del comparto alimentare a carattere artigiano. Ciò è probabilmente il frutto di due fattori favorevoli che hanno contribuito a sostenere la relativa dinamica congiunturale: da un lato produzioni maggiormente “standardizzate” e caratterizzate da un rapporto prezzo/qualità più favorevole, dall’altro da un mercato di riferimento più frequentemente rappresentato da sbocchi commerciali esteri, contraddistinti da una domanda maggiormente vivace rispetto a quella del mercato domestico.

CONSUMO INTERNO
-  La persistente erosione del reddito e la conseguente compressione dei livelli di consumo, se in un primo momento ha interessato prevalentemente gli acquisti non alimentari (in particolare, l’acquisto di beni durevoli), in una seconda fase ha determinato un contenimento anche della spesa per beni alimentari. Le famiglie hanno rivisto le loro strategie di acquisto in favore di prodotti meno costosi con un maggiore orientamento verso la grande distribuzione. Gli esercizi alimentari toscani della piccola distribuzione hanno mostrato una dinamica migliore rispetto alla media nazionale delle medesime tipologie commerciali, dato che può segnalare un più spiccato orientamento delle modalità di acquisto dei consumatori toscani verso le forme tradizionali di vendita e gli esercizi di vicinato. 

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE - La Regione Toscana ha messo a punto uno strumento di programmazione comunitaria, il Programma di Sviluppo Rurale per il settennio 2007 2013, finalizzato a supportare lo sviluppo delle zone rurali e delle attività agricole, agroindustriali e forestali che in esse si svolgono. Il Psr, per il periodo 2007-2013, dispone di un finanziamento comunitario (proveniente dal Feasr, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) di 391,5 milioni di euro, cui si devono aggiungere le risorse nazionali e regionali a titolo di cofinanziamento, per un totale di 876 milioni di euro di spesa pubblica, capaci di attivare in sette anni oltre un miliardo e mezzo di investimenti.

CONTRIBUTI DI ARTEA - Nel biennio 2010-2011 l’Artea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura della Regione Toscana, ha erogato in media 387 milioni di euro all’anno. A livello territoriale le province che ricevono la quota maggiore di pagamenti sono nell’ordine Siena (67 milioni), Grosseto (66 milioni) e Firenze (61 milioni), nelle quali ricade il 53% del totale erogato in regione. I pagamenti PAC (politica agricola comune) ammontano invece a 287 milioni di euro. Nelle province di Siena e Grosseto si concentra il 44% degli aiuti PAC che interessano il territorio regionale, seguono le province di Arezzo, Firenze e Pisa con il 40%, mentre nelle altre cinque province ricade il restante 16%.

LARGO AI GIOVANI - La Regione ha scelto di investire particolarmente sulle filiere e sui giovani. Per il 2012 sono stati stanziati 20 milioni di euro sui Pif, i programmi integrati di filiera che hanno riscosso tanto successo nel 2011. Con i 25 milioni della prima tranche, stanziata nel 2011, sono stati finanziati 15 proogetti per un investimento complessivo di 57 milioni. I progetti hanno riguardato l’intero territorio toscano, hanno coivolto 1250 imprenditori e hanno interessato complessivamente 7000 addetti. Le filiere coinvolte sono state: quella dei cereali con 5 progetti finanziati per oltre 26 milioni di investimenti, la zootecnia ancora con 5 progetti e oltre 16 milioni di investimenti, l’olio, il vino e il vivaismo, ancora con 5 progetti complessivamente e 14 milioni di investimento”.
Ai giovani, nell’ambito del pacchetto “GiovaniSì- fare impresa in agricoltura” sono stati destinati nel 2012 quasi 30 milioni di euro. Il premio di “primo insediamento” da destinare ai giovani che per la prima volta diventano “capo” di una azienda agricola cresce ora con l’aumentare degli investimenti: - investimenti fra 70 mila euro e 100 mila euro: premio di primo insediamento 20 mila euro; - investimenti fra 100 mila e 150 mila euro : premio di primo insediamento 30 mila euro; - investimenti maggiori di 150 mila euro: premio di primo insediamento 40 mila euro Negli anni passati le domande arrivate alla Regione per il “premio di primo insediamento”, che era fissato in misura unica (pari a 40 mila euro) sono state in totale 4215. I giovani agricoltori che hanno ricevuto il premio sono stati 968, per un ammontare complessivo di 38,7 milioni di euro.