“La fusione” tra Sat e Adf è “un'ipotesi più razionale” rispetto al modello della holding. “Nessuna sovrapposizione, ma integrazione”. Che poi “vuol dire sostenere appieno lo sviluppo previsto dai masterplan di Pisa e Firenze”. Roberto Naldi, il presidente di Corporacion America Italia, getta acqua sul fuoco delle polemiche che complicano la strada verso il nuovo sistema aeroportuale toscano.
I soci pubblici dell'aeroporto di Pisa hanno rimandato indietro l'Opa di Eurnekian ritenendola troppo bassa. C'è anche la paura di un declassamento rispetto allo scalo di Firenze. Il capoluogo di Regione vuole la sua fetta di passeggeri in più. Questi i numeri dei masterplan esistenti che la multinazionale degli aeroporti vuole applicare. Pisa arriverà a 7 milioni di passeggeri per il 2028, mentre Firenze con la nuova pista toccherà i 4,5 milioni di passeggeri nel 2030.
"Abbiamo indicato anche alcuni elementi di sinergie - ha osservato Naldi - nell'area commerciale e nei servizi, ma sicuramente pensiamo a uno sviluppo dei due aeroporti in totale sintonia. Dal punto di vista occupazionale il piano non prevede riduzioni in nessuno degli scenari possibili di integrazione".
In merito a un evento delisting, Roberto Naldi precisa: “Noi non lo abbiamo mai detto da nessuna parte e non lo diciamo, potrebbe anche non esserci un delisting". Mentre "se i soci pubblici ci convincono che la soluzione migliore è la holding, ciascuno inserisce i soldi per garantire l'operazione: noi per fare questa operazione, per le due Opa, abbiamo bloccati in banca 175 milioni".
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Toscana: “Grazie al lavoro da me svolto e agli impegni assunti dalla Regione in direzione dell'integrazione e dello sviluppo del sistema aeroportuale Pisa-Firenze, si è fatto avanti un imprenditore privato, industriale e non finanziario, la Corporation America che gestisce con buoni esiti qualcosa come 50 aeroporti nel mondo".
"È evidente che, di fronte a questo impegno finanziario - ha continuato il presidente della Regione -, non si possono contestare le buone intenzioni. Altrimenti il segnale che verrebbe dato dalla Toscana al mondo sarebbe devastante, come quello di un terra chiusa in localismi, arroccata in dimensioni inadeguate per confrontarsi e intercettare i grandi flussi finanziari indispensabili per lo sviluppo”.