Tre piccole e medie imprese, due importanti gruppi industriali e due enti di ricerca lavoreranno insieme al progetto da 5 milioni di euro "Nanobond" (di cui circa 1.9 milioni finanziati dalla Regione Toscana): al centro di tutto ci sono le nanotecnologie, innovazione e ricerca, indispensabili per realizzare gli obiettivi di bonifica, associata da dewatering, di matrici contaminate su sedimenti marini, d'acqua dolce e salmastri.
Un progetto guidato da Acque Industriali e Labromare che si è guadagnato il terzo posto assoluto - su 450 proposte - del bando Por-Creo 2014/2020. Insieme a loro collaborano anche due enti di ricerca pubblici, l'Instm - Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali” e l’Ispra, sede di Livorno e - per le imprese - la cartiera di Capannori Bartoli SpA, i laboratori di Firenze "Biochemie" e la spin-off dell'Istituto Sant'Anna di Pisa Ergo Srl.
"L’utilizzo di elementi tubolari in geotessile drenante per il dewatering impiegati sia per la disidratazione dei fanghi biologici di depurazione e per i sedimenti da dragaggio idraulico- spiega una nota di Acque Industriali - permetterà di ridurre notevolmente non solo i volumi e i relativi costi di trasporto, ma anche di abbattere i contaminanti presenti nelle matrici liquide e solide, oltre a trasformare i sedimenti bonificati da “rifiuto” a “risorsa” per la sistemazione degli argini e il recupero della sezione idraulica".
Lo studio e la ricerca saranno sviluppati in particolare su tre matrici di sedimenti: quelli marini del porto di Livorno, quelli salmastri dal Canale dei Navicelli, e quelli di acqua dolce da un canale del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno (ex Fiumi e Fossi di Pisa).