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Accoglienza diffusa: oltre 8mila profughi ospitati in Toscana

La Regione sta studiando nuove formule per dare ospitalità senza gravare sui territori e tenendo conto dei diversi percorsi e provenienza delle persone

/ Redazione
Mer 22 Giugno, 2016

Il modello di accoglienza diffusa della Toscana funziona: ad oggi sono 8430 i profughi a cui è stata data ospitalità in 592 strutture di prima accoglienza, con una presenza media di 14-15 ospiti per realtà, a cui si aggiungono altri 900 posti nei progetti Sprar, rivolti a chi è arrivato già da tempo. I dati sono stati ricordati ieri dall'assessore regionale all'immigrazione, Vittorio Bugli, in una comunicazione al Consiglio regionale sulla situazione dei profughi nella regione. Al momento ci sono "ancora una settantina di Comuni che non stanno accogliendo. Se consideriamo questi Comuni e le realtà sotto soglia potremmo offrire 2500 accoglienze in più. In Toscana l'accoglienza deve rimanere diffusa con una proporzionalità nei Comuni in base anche al numero di abitanti".

L'assessore ha ricordato che la Regione insieme ad Anci Toscana ha redatto una serie di proposte in materia di accoglienza dei profughi, da avanzare al Governo per implementare il modello toscano dell'accoglienza diffusa e sperimentare anche altre forme di ospitalità nell'ottica anche di una maggiore integrazione. "Ad oggi la Regione e gli enti locali non hanno accesso alla conoscenza di chi sono queste persone - ha spiegato l'assessore - è invece fondamentale sapere da quale paese, quale percorso di studio o di lavoro hanno fatto queste persone che accogliamo e anche le loro passioni. Senza queste indicazioni non siamo in grado di profilare le persone per progetti di inserimento successivi. Per questo abbiamo chiesto di poter sperimentare un software apposito creato dalla Regione Toscana".

In quest'ottica, ha detto ancora, "c'è l'idea dell'accoglienza in famiglie o in appartamenti. Da parte cittadini c'è stata una disponibilità ma il Ministero non ci ha ancora consentito di avere una formula adatta. Noi siamo già pronti per partire con un centralino, numero verde e le cose fatte regolarmente per tentare anche questa strada". Bugli ha auspicato poi di avviare anche altri "progetti sperimentali nuovi. Perché non tentare strada di ripopolare i borghi abbandonati?".