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Acciaierie Lucchini, futuro in bilicoLa Toscana chiede risorse nazionali

L'altoforno dello stabilimento andrà in stand-by entro le prossime 24 ore. Ancora in altomare l'intesa tra Regione e governo per non far sparire la siderurgia a Piombino

/ Redazione
Mer 23 Aprile, 2014
lucchini

Si spegne tra oggi e domani l'altoforno delle acciaierie Lucchini di Piombino. Le procedure per metterlo in stand-by dovrebbero durare 24 ore. Nel frattempo continua a rimanere in bilico l'accordo di programma da firmare tra governo e istituzioni locali. L'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico tra Regione Toscana, viceministro De Vincenti, Comune e Autorità portuale di Piombino, Provincia di Livorno, non ha portato grandi risultati.

La posizione della Regione Toscana rimane sempre la stessa. L'intesa deve assicurare la conversione ecologica delle acciaierie, la costruzione dell'area a caldo dove si produce l'acciaio con forno elettrico e Corex, la riqualificazione del porto di Piombino per la rottamazione delle grandi navi. Fondamentale anche il mantenimento in attività di tutti i 4mila lavoratori Lucchini, tra diretti e indotto, attraverso i contratti di solidarietà per i 2mila diretti da impiegare nel lavori di bonifica e la cassa integrazione per gli altri. Il presidente Rossi ha pure creato su twitter l'hashtag “Piombino non deve chiudere”.

Al momento, però, il piatto piange perché non si riescono a trovare le risorse economiche per far decollare l'intesa. La Regione è pronta a fare la sua parte con 60 milioni, ma chiede un contributo di altri 50 milioni dallo Stato per fare le bonifiche del polo siderurgico, 10 milioni per quelle delle aree demaniali del porto, e un contributo di almeno 30 milioni per il completamento del collegamento stradale tra il porto e la strada statale 398. C'è poi l'impegno chiesto al ministero della Difesa di utilizzare il porto di Piombino per la rottamazione delle navi militari e “certezze su fondi e modalità”. 

Al ministero dello sviluppo economico, infine, viene chiesto un contributo di 20 milioni per le agevolazioni agli investimenti produttivi. Su tutto, come ultima condizione, un sistema di governance del processo avviato con l'accordo di programma attraverso un'unica cabina di regia e un cronoprogramma dettagliato da definire entro tre mesi dalla firma.