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Accesso al credito per le PMI Un'intesa da 400 milioni

La Regione ha promosso un patto con 23 banche della Toscana per aiutare il mondo produttivo e rilanciare lo sviluppo

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Rilanciare lo sviluppo aiutando le imprese nell'accesso al credito. Questo l'obiettivo dell'intesa siglata oggi dalla Regione con 23 istituti bancari toscani per rafforzare gli impegni da parte delle banche nei confronti del mondo produttivo toscano. L'accordo punta, sulla base degli ottimi risultati raggiunti dal protocollo “Emergenza economia”, a favorire ulteriormente l’accesso al credito delle piccole e medie imprese della nostra regione.
Le banche che aderiscono sono al momento 23, che diventano 50 sommando quelle associate alla Federazione toscana delle banche di credito cooperativo. Tra loro Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca CR Firenze, Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia.

PLATFOND DA 400 MILIONI -  La Regione chiede al sistema creditizio toscano di mettere a disposizione, nell’arco del 2012 (e comunque fino a esaurimento delle risorse stanziate dalla Regione e da Fidi Toscana), un plafond complessivo di 400 milioni di euro per la concessione di finanziamenti o leasing. Tutto questo a fronte di una garanzia diretta, concessa da Fidi Toscana a cui la Regione concede a questo scopo un prestito, fino ad un ammontare massimo di 16 milioni, destinato ad attivare finanziamenti bancari finalizzati sia ad alimentare la liquidità che gli investimenti delle imprese. A sua volta Fidi Toscana si impegna a cofinanziare con proprie risorse fino ad un massimo di 4 milioni.

LE GARANZIE - Le garanzie erogate da Fidi sono dirette, a prima richiesta ed in linea con i requisiti di Basilea 2. La copertura può arrivare fino all’80% dei finanziamenti (o leasing), per un massimo di 500mila euro per i finanziamenti destinati alla liquidità dell’azienda e fino ad un massimo di 700mila euro per quelli destinati a investimenti. Una novità, rispetto alla precedente normativa, sta nel fatto che le garanzie saranno per la prima volta gravate da una commissione una tantum che non dovrebbe, però, essere particolarmente onerosa perchè assorbita, secondo specifici meccanismi di calcolo, dal fatto che le perdite saranno coperte per lo più dalle risorse regionali.

TASSI INFERIORI AL MERCATO -
Gli spread massimi di tasso sono gli stessi attualmente in vigore per il protocollo emergenza economia, decisamente più bassi rispetto a quelli vigenti sul mercato. In particolare, per le imprese con rating migliore, i tassi del protocollo sono circa di 100 punti più bassi rispetto al mercato, mentre per le imprese con rating peggiore i tassi previsti sono di 200 punti inferiori a quelli di mercato.
Per i finanziamenti destinati a liquidità,
secondo la classe di merito, per operazioni fino a 2 anni si può avere uno spread (da sommare all’Euribor) che varia da 4,15 a 5,90 (ciò significa, ai valori di oggi, per un’impresa con il rating migliore, spuntare un “tasso finito” attorno a 4,60 punti percentuali). Per operazioni a 5 anni, si passa a spread di tasso che vanno dal 4,35 al 6,10.
Per finanziamenti destinati ad investimenti, sempre secondo la classe di merito, per operazioni a 5 anni si passa dal 4,25 a 5,80 di spread; per operazioni fino a 7 anni da un minimo di 4,40 ad un massimo di 5,95; per operazioni fino a 10 anni da 4,60 a 6,25.

TEMPI BREVI - Fra gli impegni richiesti alle banche una riduzione dei tempi di del credito, anche rispetto a quanto previsto dai regolamenti di garanzia che indicano un massimo di 4 mesi dalla data della delibera di concessione per la liquidità e di 12 mesi per gli investimenti.