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25 aprile, Sinalunga celebra la Liberazione

Alle ore 10 partenza del corteo dal Palazzo Comunale fino al monumento ai caduti in Piazza Garibaldi. Deposizione della corona di alloro e discorsi ufficiali del Sindaco e dell’assessore alla Memoria

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Il 25 aprile del 1945 terminava la lunga e dolorosa occupazione nazi-fascista dell’Italia. Domenica 25 aprile 2010, a sessantacinque anni di distanza da quella data, il Comune di Sinalunga in collaborazione con la locale sezione Anpi, l’associazione Combattenti, i Bersaglieri, i Carabinieri in congedo, gli Aviatori d’Italia, l’Auser di Bettolle e l’Auser di Sinalunga, onora la Festa della Liberazione con una giornata di celebrazioni. Alle ore 10, dal Palazzo Comunale, muoverà il corteo che, attraversando via Vittorio Emanuele e via Umberto I, arriverà in Piazza Garibaldi. Qui di fronte al monumento ai caduti, le istituzioni cittadine deporranno una corona di alloro. A seguire il Sindaco di Sinalunga, Maurizio Botarelli, e l’assessore alla Memoria, Manlio Belingni, terranno un discorso ufficiale. Nel pomeriggio l’amministrazione comunale sarà presente con il proprio gonfalone alle cerimonia organizzata a Siena dalla Provincia. “Celebrazioni come queste rientrano a pieno titolo in un progetto più ampio di difesa della memoria che ormai da anni la nostra amministrazione comunale sta portando avanti – dice l’assessore alla Memoria, Manlio Beligni – Il nostro impegno mira a conservare e a rendere vivi gli ideali di pace, solidarietà, integrazione che hanno animato la Resistenza e la lotta di Liberazione. Il 25 aprile non è una ricorrenza scontata o vuota, come molti vogliono far credere, ma rappresenta un elemento fondamentale su cui è stata plasmata la nostra Costituzione e di conseguenza la nostra democrazia”. “L’amministrazione comunale – conclude Beligni – anche attraverso percorsi di collaborazione con il polo scolastico e con il sostegno di varie associazioni mira a valorizzare e consolidare l’eredità culturale che il movimento partigiano ci ha lasciato in eredità”.

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