Carri armati per le strade, soldati che avanzano per le vie piene di polvere, fumo e macerie nella città di Firenze e i tedeschi sui tetti delle case a controllare ancora il territorio. Tutti i ponti sull’Arno sono abbattuti, resta solo Ponte Vecchio, fortemente presidiato: un patrimonio storico e culturale distrutto. Poi arrivano le truppe alleate a liberare la città e i fiorentini li accolgono con grande festa per le strade e dalle finestre: la grande paura è finita. Era l’agosto del 1944.
Ad oggi non sono moltissime le documentazioni video e audio pervenuteci sulla liberazione di Firenze dal fascismo.
Alla vigilia del 69° anniversario della Liberazione, la storica agenzia giornalistica inglese British Pathé propone un video con immagini inedite che raccontano quei giorni terribili della Seconda Guerra Mondiale a Firenze. In un panorama di rovine, sotto gli spari dei carri armati e dei soldati, resistono la cupola del Brunelleschi e il campanile del Duomo, simboli della città, culla del Rinascimento.
Un’altra testimonianza forte della Seconda Guerra Mondiale a Firenze è il film-documentario “Firenze 1944” prodotto dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana in collaborazione con FST-Mediateca Toscana.
Sono state raccolte qui le registrazioni radio e le testimonianze audio dell’epoca e le riprese inedite di due giornalisti della Rai (allora E.I.A.R.), Amerigo Gomez e Victor De Sanctis, che registrarono a rischio della vita suoni e testimonianze di quei tragici avvenimenti con un'apparecchiatura di fortuna. Il documentario mette insieme per la prima volta immagini e filmati d'epoca, realizzati da civili italiani o da operatori inglesi, americani, neozelandesi e tedeschi, provenienti da archivi di tutto il mondo ed in parte inediti.
[it_video]
Sono queste delle fonti storiche di grande valore, che insieme alle tante altre testimonianze scritte e raccontate da chi quegli avvenimenti li ha vissuti, continuano oggi a far riflettere su quello che è stato e sugli errori che non si devono ripetere nella storia futura.