Sessantacinque toscani sono i nuovi Maestri del Lavoro che ieri a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, hanno ricevuto la "Stella al merito del Lavoro" l'onorificenza istituita nel 1923 e annualmente conferita dal Presidente della Repubblica. Alla cerimonia erano presenti le massime autorità cittadine, il prefetto Luigi Varratta, il direttore regionale del lavoro Sergio Trinchella, il console regionale della Federazione Maestri del Lavoro Alberto Taiti.
Il prefetto Varratta, inaugurando la cerimonia, ha ricordato che le Stelle al Merito del Lavoro vengono conferite ai nuovi 'maestri del lavoro' anche "per gli insegnamenti che hanno saputo trasmettere ai colleghi più giovani", "perché tramandare competenze - ha aggiunto - mostrare con la forza dei fatti e dei comportamenti, più che con le parole, l'importanza di agire con serietà, onestà ed impegno, rappresentano il modo più efficace per contribuire al progresso duraturo di una comunità". La ricorrenza "oggi assume anche un sapore amaro" ha sottolineato Varratta "a causa delle preoccupazioni che tutti nutriamo per la crisi economica e occupazionale che stiamo attraversando".
"Le cifre della disoccupazione sono intollerabili - ha proseguito il prefetto - perché dietro questi numeri ci sono i volti e le angosce di tante donne e uomini che combattono quotidianamente con la paura atroce di non riuscire a provvedere alle esigenze delle proprie famiglie. E nel caso dei giovani senza lavoro, la paura di non riuscire a costruirsi un futuro e una famiglia". Il prefetto ha quindi posto l'accento sul significato che la festa assume in questo particolare momento storico: "La crisi e la mancanza di lavoro rischiano di creare fatture fra i cittadini, ha affermato, tensioni e contrapposizioni sociali tra chi conserva un impiego e chi si vede escluso dal mondo del lavoro".