Sardegna e Toscana unite nel segno della ‘Transumanza del gusto’. Un legame cominciato negli anni Sessanta quando circa diecimila pastori sardi sbarcarono nel Continente per cominciare una nuova vita nelle campagne toscane, dedicandosi soprattutto all’attività casearia.
Attraverso la cucina si è scelto di rinsaldare i rapporti commerciali, turistici, enogastronomici tra le due regioni. Una collaborazione tra Camere di commercio e Confcommercio delle due regioni accomunate da conoscenze e tradizioni e consumata in tavola dove alcuni chef sardi hanno presentato piatti tipici in ristoranti fiorentini e aretini.
Sulle tracce della transumanza del gusto
Un viaggio del gusto che trae le sue origini dalla tradizione della transumanza dei pastori sardi degli anni ’60 e che si sublima con i piatti tipici sardi, dai culurgiones alla panada. “Questi due popoli non sono tanto lontani, anzi – ha dichiarato Giuseppe Carrus, giornalista del Gambero Rosso -. Il pecorino è la materia prima che unisce di più”.
Si pensi ai culurgiones, proprio a base di pecorino e al vino che ha sempre giocato un ruolo importante nello scambio di conoscenze tra Sardegna e Toscana. “La Sardegna ha preso come modello la Toscana. Ma in Sardegna a esempio domina il Vermentino, prodotto che è molto valorizzato in Toscana” ha spiegato Carrus.
Tutti poi conoscono la panada e lo stesso si può dire di pane carasau, seadas, pardulas, eccellenze apprezzate in occasione di questo progetto e proposte direttamente dagli chef sardi. In Maremma soprattutto il rapporto con i pastori e con le tradizioni sarde è molto forte.
“Si deve alla transumanza il ritrovamento del vino Cannonau in Toscana: i pastori sardi, oltre le greggi, portavano barbatelle di Cannonau. E così in Maremma si trova la varietà di Grenache, in pratica sinonimo di Cannonau” ha aggiunto.
Durante il convegno è stato proiettato anche il documentario ‘Transumanze’, realizzato da Andrea Mura, dove si testimonia, come ha dichiarato il presidente di Fipe Sardegna Emanuele Frongia che “Sardegna e Toscana sono legate da una storia comune. Nei nostri piatti c’è tutta la storia gastronomica della transumanza ma pure tutta la voglia di ricordare anche lo sforzo dei nostri genitori”.
Un gemellaggio tra Toscana e Sardegna
Il segretario generale della Camera di commercio di Cagliari-Oristano Cristiano Erriu ha sottolineato l’importanza di “un gemellaggio che segna non solamente una continuità geografica data dall’emigrazione di tanti sardi che per alcuni decenni si sono trasferiti e impiantati in Toscana. È un gemellaggio di qualità, di eccellenze agroalimentari”.
Secondo il presidente di Fipe Toscana Aldo Cursano quello che “conta è rimettere al centro le persone. La testimonianza viva di questo patrimonio di Sardegna e Toscana sono proprio le persone: è il contadino che produce e coltiva, è il cuoco che trasforma ed è il ristoratore. Sono le vere testimonianze vive di questa tradizione che noi vogliamo mettere al centro”.
E non poteva che essere il cibo la lingua in grado di mettere in connessione Toscana e Sardegna. Cristiano Erriu, ha concluso sottolineando che “questo gemellaggio non è solo un incontro di sapori, ma è una promessa: quella di continuare a lavorare insieme, di crescere insieme, di fare rete e di guardare al futuro con l’orgoglio di chi sa che il buon cibo è un ponte che unisce culture, popoli, terre e cuori”.