Hanno 4 miliardi di anni e possono raccontare la nascita del Sistema solare, dell’universo primordiale: sono i granelli dell’asteroride Ryugu prelevati dalla sonda giapponese Hayabusa 2. Il team dell’Istituto Nazionale di Astrofisica dell’Università Federico II di Napoli li ha rinominati Totoro e Kiki in omaggio al regista Miyazaki e, in generale, alla tradizione degli Anime. Adesso saranno analizzati nelle prossime settimane da gruppi di ricerca composti anche dall’Università degli Studi di Firenze e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
I due piccoli grani, di circa 2 millimetri ciascuno, arrivano dalla missione dell’Agenzia spaziale giapponese Jaxa. Il 27 giugno 2018 la sonda ha raggiunto l’asteroide Ryugu raccogliendo poi 5,4 grammi di campioni durante due touchdown nel 2019, che sono stati poi rispediti a Terra con una capsula atterrata in Australia il 6 dicembre 2020.
Sono campioni considerati preziosi perché prelevati da un asteroide molto primitivo, la cui composizione ci fornisce un’istantanea del materiale che ha dato origine al Sistema solare primordiale e alla Terra. Adesso le due parti – C0242 dal peso di 0,7 milligrammi e lunghezza di 1,712 millimetri e A0226 da 1,9 milligrammi e lunghezza di 2,288 millimetri – sono arrivate in Italia per essere analizzate, prima dal laboratorio di luce di sincrotrone Dafne Luce dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn e poi all’Università di Firenze.
Ciascun grano è stato posto all’interno di un particolare recipiente di acciaio riempito di azoto per preservarli da eventuali contaminazioni dovute alle polveri e al vapore e permettere di dar il via alle analisi.
I “fossili” del Sistema solare
“Per la prima volta apriremo i contenitori dove sono contenuti in atmosfera protetta per poter fare le prime analisi spettroscopiche nell’infrarosso. In questi mesi abbiamo messo a punto dei portacampioni universali in grado di poter tener fermo ciascuno dei due frammenti per tutta la durata delle analisi, che durerà alcuni mesi”, spiega Ernesto Palomba, ricercatore INAF e professore presso l’Università “Federico II” di Napoli, che coordina le operazioni di analisi.
Con le prime analisi il gruppo di ricerca si focalizzerà sullo studio della mineralogia, della materia organica e dell’acqua presente in questi campioni per ottenere le prime informazioni da questi veri e propri fossili del Sistema solare, che risalirebbero proprio alle prime fasi di formazione del nostro sistema, circa quattro miliardi di anni fa.
Le analisi a Frascati dureranno circa due settimane, poi i grani di Ryugu verranno trasportati all’Università di Firenze. “Vi rimarranno per circa sei settimane – sottolinea Giovanni Pratesi, docente di Mineralogia Planetaria presso l’Università di Firenze – L’obiettivo di queste ulteriori indagini è quello di caratterizzare la morfologia e la composizione chimica della superficie dei frammenti, cosa che ci permetterà di avere informazioni preziose per aiutarci a ricostruire la storia di questo asteroide, ma anche del nostro Sistema solare”.