Fino al 3 settembre 2023 Palazzo Strozzi a Firenze ospita “Yan Pei-Ming. Pittore di storie” la più grande mostra mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese.
L’artista è nato a Shangai nel 1960 in una famiglia di operai e cresciuto durante la Rivoluzione culturale maoista (1966-1976).
Le sue doti artistiche lo fanno ben presto notare, ma viene respinto alla Shanghai Art & Design School a causa della balbuzie.
Decide così, appena ventenne, di emigrare in Francia iscrivendosi all’École des Beaux-Arts di Digione nel 1981 e frequentando in seguito l’Institut des Hautes études en Arts plastiques a Parigi.
Le opere di Yan Pei-Ming sono state esposte negli esclusivi Musée d’Orsay, Musée Courbet e Musée du Louvre e sono oggi conservate al Centre Georges Pompidou e al Musée des beaux-arts di Digione.
La mostra
A Firenze sono esposte oltre trenta grandi tele monumentali in cui lo spettatore può letteralmente immergersi, opere che prendono vita a partire da immagini estrapolate da fonti diverse, come fotografie, copertine di giornali, fotogrammi cinematografici o celebri opere della storia dell’arte.
Una mostra potente ed evocativa che trascina lo spettatore in un viaggio tra la vita personale dell’artista, politica e storia collettiva, attraverso simboli e icone della cultura e della storia dell’arte tra Oriente e Occidente.
Yan Pei Ming si riappropria dei quadri del passato ma li rielabora rendendoli vivi, pulsanti come La morte di Marat di Jacques-Louis David, La fucilazione del 3 maggio 1808 di Goya, o Il ritratto di Innocenzo X di Velasquez.
Oltre alle icone pop come Mao o Bruce Lee l’artista mette a confronto Putin e Zelensky raffigurati sulle copertine della rivista Time, in mezzo al loro una distesa di teschi, simbolo di tutti i morti causati dalla guerra in Ucraina.
Nello splendido trittico in una delle prime sale Pei Ming affianca la Gioconda al ritratto del padre in ospedale e al suo stesso ritratto da morto, inserendo nella scena la propria vicenda personale. Monna Lisa è un mistero, ha dichiarato, come la morte stessa.
La realtà entra di prepotenza nei quadri di Yan Pei Ming come il corpo di Pasolini ritrovato all’idroscalo di ostia il 2 novembre 1975 e quello di Aldo Moro lasciato il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse a Roma nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, due tra le vicende più drammatiche della storia italiana dell’ultimo secolo.
Nell’ultima sala dal titolo ‘La notte’ protagoniste due icone del male da un lato il corpo di Mussolini appeso a Piazzale Loreto assieme all’amante Claretta Petacci, dall’altra la figura di Adolf Hitler a cavallo che indossa un’armatura medievale e regge in mano uno stendardo con la croce uncinata.
Due opere che rappresentano un’epoca fosca, tragica, violenta evocata anche dal cane che diviene trasfigurazione della ferocia umana.