Si trova in Toscana, a Barberino Tavarnelle, la prima azienda italiana che riproduce modelli 3D di parti di organi. Bio3DPrinting, ideata e guidata dall’ingegner Giovan Battista Semplici, è nata come spin off dell’Università di Pisa, in collaborazione con la SolidWorld GROUP, e lo scorso anno si è aggiudicata la Start Cup Toscana, la competizione regionale delle migliori iniziative imprenditoriali a elevato contenuto tecnologico provenienti dal mondo della ricerca.
Un’eccellenza per il territorio di Barberino Tavarnelle
L’azienda ha aperto nuovi orizzonti e creato inedite opportunità per la medicina e la chirurgia attraverso l’uso della medicina rigenerativa, supportata dalle moderne tecnologie di biostampa 3D. Bio3DPrinting progetta e realizza soluzioni personalizzate sul singolo paziente grazie alla nuova tecnologia 3D bioprinting, stampa additiva in ambito medico che utilizza, al posto dei materiali tradizionali, cellule, biopolimeri, materiale extracellulare e biomolecole.
Un’eccellenza per il territorio di Barberino Tavarnelle, tanto che ieri il sindaco David Baroncelli ha visitato lo stabilimento della startup, che si trova nella zona industriale di Sambuca Val di Pesa. “Sto pensando a tutti i vantaggi e ai benefici – ha commentato Baroncelli – che, in ambito medico chirurgico, può portare l’utilizzo di questa nuova tecnologia, caratterizzata da un approccio fisiologico, teso a cambiare radicalmente i paradigmi nella sperimentazione dei settori farmacologici e cosmetici”.
La prima tecnologica di 3D bioprinting
Bio3DPrinting infatti è in grado di riprodurre un modello 3D dell’organo, ricavato dalle immagini di diagnostica medica come la TAC e la Risonanza magnetica. “Ciò che riusciamo a realizzare – spiega Giovan Battista Semplici – è un costrutto cellulare che ha vita propria, in quanto si avvicina il più possibile ai tessuti che costituiscono l’essere umano. Si tratta di un’applicazione della stampa 3D in ambito medico e chirurgico, che può essere utilizzata per finalità cliniche e legate alla ricerca come il delicato e complesso settore del trapianto degli organi”.
La start up è ha sperimentato con successo l’Electrospider, la prima tecnologia di 3D bioprinting, capace di biostampare simultaneamente più biomateriali per generare costrutti cellulari 3D in grado di mimare l’architettura e l’eterogeneità fisiologica dei tessuti umani. “La riproduzione che effettuiamo attraverso i moderni sistemi di stampa 3D – aggiunge l’ingegner Semplici – consente di realizzare dei modelli anatomici partendo da Tac e Risonanza magnetica che replicano l’esatta patologia e quindi consentono ai medici di esercitarsi sui vari casi e pianificare gli interventi più adeguati ed efficaci”.
Attualmente l’obiettivo raggiunto da Bio3DPrinting è la stampa 3D di porzioni di organo, in alternativa ai convenzionali sistemi di coltura cellulare 2D, per lo studio di patologie delle quali ancora non si conosce la cura o per la messa a punto di nuovi farmaci, come nel caso delle terapie chemioterapiche mirate.