Giorno della Memoria. In Consiglio regionale la Seduta Solenne con Michele Sarfatti
Sarfatti: "L'antisemitismo è un virus per il quale non è stato ancora inventato un vaccino definitivo. Contro l'antisemitismo e gli altri razzismi dobbiamo agire, educare e riflettere. Con i giovani e per i giovani"
“L’Olocausto viene spesso definito come il male assoluto. Invece dobbiamo ricordare che fu senza ombra di dubbio un male umano. Furono uomini e donne a rivolgere odio e violenza contro altri uomini e donne”.
Questo è il primo insegnamento che ci consegna il Professore Michele Sarfatti, ospite d’onore della Seduta Solenne che il Consiglio regionale della Toscana ha dedicato alla Giornata della Memoria.
Michele Sarfatti nato a Firenze nel 1952 (la sua famiglia riparò in Inghilterra durante la persecuzione e poi rientrò in Italia), è considerato uno dei maggiori esperti delle leggi razziali e della storia degli ebrei nel ‘900, insignito del “Pegaso” della Regione Toscana.
Una Seduta solenne partecipato da tutte le forze politiche, insieme al presidente dell’Assemblea legislativa della Toscana Antonio Mazzeo e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani intervenuti in collegamento da Roma, dove si trovano insieme al portavoce delle opposizioni Marco Landi per l’elezione del Presidente della Repubblica.
A presiedere l’Aula in questa Seduta Solenne il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Stefano Scaramelli che a conclusione della seduta insieme ai membri dell’Ufficio di presidenza Federica Fratoni e Diego Petrucci e al consulente della Regione per le politiche della Memoria Ugo Caffaz, hanno presentato il libro di Alfredo De Girolamo ‘Chi salva una vita. In memoria dei giusti toscani’ di Edizioni dell’Assemblea.
Sono 120 i toscani che allora scelsero di stare dalla parte giusta della storia e di mettere a repentaglio la propria vita per salvare vite. Tra loro anche il campione Gino Bartali. Un racconto di gente comune che con la sola propria forza è stata capace di compiere imprese straordinarie. Il volto umano più bello nella tragedia dell’Olocausto.