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Il complicato rapporto tra Dante e Firenze protagonista di una mostra al Bargello

“Onorevole e antico cittadino di Firenze” è il titolo dell’esposizione che dall’11 maggio all’8 agosto porta nel museo fiorentino oltre cinquanta tra manoscritti e opere d’arte provenienti da biblioteche, archivi e musei di assoluto prestigio internazionale

Mar 11 Maggio, 2021

Il rapporto tra Dante Alighieri e la sua città natale Firenze non è mai stato semplice. Si tratta di un grande amore spezzato il 10 marzo 1302 giorno in cui il Sommo Poeta venne per motivi politici esiliato per sempre dalla città. Da quel giorno cominciò per Dante una peregrinazione che lo portò in giro per tutta Italia, un lungo esilio durante il quale scrisse la sua opera più importante la Divina Commedia. Più volte tentò di far ritorno nella sua amata Firenze senza però mai riuscirci.

In occasione dei 700 anni dalla morte una mostra al Bargello sede nel Medioevo del Palazzo del Podestà dove proprio nella sala dell’Udienza (oggi salone di Donatello) venne pronunciata la sentenza del suo esilio, arriva una mostra che vuole raccontare come artisti, scrittori e poeti hanno tentato nel corso dei secoli di ricucire questo rapporto lacerato dalla storia e restituire al Poeta la dignità e importanza di cui era stato privato a causa delle ripetute condanne.

Fa riflettere il fatto che nella Cappella del Podestà (proprio accanto alla sala dell’Udienza),solo pochi anni dopo la morte del Sommo poeta avvenuta nel 1321 Giotto con la sua scuola impostava il suo ultimo capolavoro pittorico, ancora poco noto al grande pubblico, e ritraeva per la prima volta il volto di Dante, includendolo tra le schiere degli eletti nel Paradiso.

“Onorevole e antico cittadino di Firenze” è il titolo dell’esposizione che dall’11 maggio all’8 agosto porta nel museo fiorentino oltre cinquanta tra manoscritti e opere d’arte provenienti da biblioteche, archivi e musei di assoluto prestigio internazionale.

I prestiti provengono dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, alla  Biblioteca Medicea Laurenziana, dalla Biblioteca Riccardiana, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dalla Biblioteca Trivulziana di Milano, e ancora dalla Bibliothèque nationale de France di Parigi, dall’Archivo y Biblioteca Capitulares di Toledo e dal Metropolitan Museum of Art di New York e altri ancora.

Si tratta di copisti, miniatori, commentatori, lettori, volgarizzatori, le cui vicende professionali e umane si intrecciano fittamente, restituendo l’immagine di una città che sembra trasformarsi in uno scriptorium diffuso, al centro del quale campeggia la DivinaCommedia, e in cui i libri circolano con abbondanza e prendono vita nuove soluzioni artistiche e codicologiche proprio in relazione al poema dantesco.